Roma, l’aumento dei biglietti Atac è davvero colpa di Giorgia Meloni?

Radiocolonna ha interpellato esperti e blogger. Ecco cosa è emerso

Primo luglio 2024. È la data fatidica in cui dovrebbero entrare in vigore i rincari per il trasporto pubblico di Roma. Una svolta epocale, che viene vista (da molti) come un’eventualità nefasta, nell’ottica di convincere i cittadini a usare di più i mezzi pubblici e da altri (pochi) come una misura necessaria e inevitabile per riallineare il costo del BIT a quello di altre città in cui una corsa in metro è più cara rispetto a Roma. L’aumento prevede una maggiorazione a 2 euro del biglietto singolo e di oltre il 30% per gli altri titoli di viaggio sino a quello settimanale. Piccola decurtazione invece per l’abbonamento annuale, il cui costo passerebbe da 250 a 240 euro. L’aumento della tariffazione ha suscitato in questi mesi un vespaio di polemiche tra gli utenti a cui s’è sovrapposta la ricerca del responsabile ultima di questa iniziativa. Il Comune di Roma? La Regione Lazio? Atac? Il Governo? Sulla scia di questa ‘ricerca’, qualche giorno fa non sono passate inosservate le dichiarazioni a Fanpage dell’assessore alla mobilità di Roma Capitale Eugenio Patané. In sintesi estrema: se a luglio dovessero aumentare i costi per l’utenza, la responsabilità finale sarebbe del governo guidato da Giorgia Meloni.

“(..) mancano i soldi per il trasporto pubblico in tutta Italia. Il Fondo Nazionale Trasporti non viene aumentato da decenni. E questo cosa comporta? Che oggi il trasporto pubblico locale italiano ha bisogno di almeno 1,7 miliardi aggiuntivi per poter sopravvivere. Non per svolgere un servizio all’altezza e di qualità, ma per poter sopravvivere e per non morire. O il governo aumenta questo fondo, andando incontro non solo a noi che siamo un’amministrazione di centrosinistra ma a tutte le città governate anche dal centrodestra, che stanno chiedendo la stessa cosa, oppure noi siamo di fronte a un bivio: tagliare i chilometri e offrire meno servizi ai cittadini oppure recuperare risorse economiche aumentando il costo del biglietto – spiega l’assessore – Se Comune e Regione saranno costrette ad aumentare il biglietto, noi chiediamo almeno una cosa, e cioè che questo aumento non vada a incidere sui cittadini che utilizzano il trasporto pubblico in maniera ordinaria, ma su quelli che lo utilizzano in maniera straordinaria. Chi utilizza abitualmente i mezzi con l’abbonamento deve vedere una diminuzione nel costo dell’abbonamento e i cittadini romani non devono subire l’aumento del biglietto. Quelli che lo usano occasionalmente, per esempio i turisti, probabilmente, come avviene in altre città, per esempio a Venezia, potranno pagare di più per i biglietti di bus e metro”.

Sarà dunque colpa del Governo?

Radiocolonna lo ha chiesto a due seguitissimi blogger sul tpl capitolino, Odissea Quotidiana e Mercurio Viaggiatore, che hanno espresso il proprio punto di vista e offerto due chiavi di lettura differenti e interessanti.

“Le tariffe le stabilisce la Regione Lazio, di concerto con il gestore Atac e il Comune di Roma, in base ai fondi che arrivano dallo Stato, dunque dal Governo – racconta Mercurio a Radiocolonna – Il Comune su questo argomento non ha ruolo di primo piano, ovviamente può sfruttare meglio le risorse a disposizione e dare alla Regione un parere molto incisivo. Senza un serio lavoro di efficientamento di Atac, senza fondi pubblici la municipalizzata potrebbe andare in progressiva perdita, anche a causa dei minori incassi della bigliettazione”.

“La questione è differente e non dipende dai gestori, in questo caso Atac – spiega Odissea Quotidiana a Radiocolonna – C’è una insufficienza dei fondi stanziati dal governo per finanziare i chilometri che devono percorrere i mezzi del trasporto pubblico in Italia, attraverso il Fondo Nazionale Trasporti, che andrebbe ampliato. I fondi a disposizione per finanziare il trasporto pubblico locale infatti non sono aumentati, nonostante negli ultimi anni siano aumentati, ad esempio, i costi dell’energia – conclude – in questo modo, se non si vuole ridurre il servizio da erogare ai cittadini, l’unica alternativa è cercare di aumentare gli introiti della bigliettazione”.

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