È un periodo di relativa tranquillità quello che sta vivendo la ferrovia che collega la Capitale con Ostia. La Roma-Lido, per anni ai vertici della poco onorevole classifica di Legambiente come peggiore ferrovia nazionale, è in una situazione che si può definire “ordinaria”: sei treni (di cui uno attivo nelle ore di punta) e frequenze che si attestano ogni 20 minuti. Ma tranquillità non è sinonimo di soddisfazione e in settimana il comitato pendolari ha in programma un incontro con Cotral alla Regione Lazio. Ordine del giorno: manutenzioni, stato dei treni e riduzione dei tempi di attesa per decongestionare vagoni sempre più pieni.
Ma il vero tema che sta tenendo banco in queste settimane sul tpl capitolino è l’aumento del biglietto di Atac. Un tema caldo, che fa litigare la politica, che divide l’utenza e sul quale il Comitato pendolari Roma-Lido ha un’idea molto precisa: è immotivato e sul tema il sindaco di Roma Roberto Gualtieri mentirebbe.
“L’aumento è totalmente ingiustificabile, sia per quanto riguarda i singoli BIT che gli abbonamenti settimanali – spiega a Radiocolonna Maurizio Messina, presidente del comitato – su questo tema il sindaco di Roma ha tanto molte sciocchezze: il bilancio di Atac si è chiuso con 11 milioni di utile dopo quattro anni, ci sono vagonate di soldi del PNRR per gli investimenti e non c’è nessuna ragione che giustifichi una scelta che rischia di allontanare ancor di più l’utenza dal trasporto pubblico”.
Per Messina, la questione è prettamente politica.
“Sul tema degli aumenti è chiaramente in corso un braccio di ferro politico – conclude – se ci saranno gli aumenti si dirà che è colpa della Regione Lazio, se non ci saranno il Comune di Roma lamenterà la mancanza di introiti. La politica si riempie la bocca di rilancio del tpl e di mobilità sostenibile. Ma se si fa scappare la gente da bus, tram, metro e treni, di che sostenibilità parliamo?”