Roma: morte nella Capitale più cara, Mazzeo (Arc) “tassa per chi vuole essere cremato altrove”

Ama, riprende al Flaminio accoglienza salme per cremazione. Assessora Alfonsi: lavoriamo per abbreviare attese

Con la fine dello stato di emergenza Covid si torna alle vecchie polemiche sulla gestione delle cremazioni a Roma. Dal primo di aprile, infatti, è stato ripristinato il pagamento di circa 218 euro dell’istruttoria che serve a chi, residente a Roma, decide di far cremare il proprio caro deceduto in un impianto diverso da quello capitolino di Prima Porta al Cimitero Flaminio. “E’ un sistema per garantirsi il monopolio su Roma che, con gli oltre 800 euro che si spendono per ciascuna cremazione, è l’impianto crematorio più caro d’Italia”. Lo dichiara ad “Agenzia Nova” Marco Mazzeo, presidente dell’Associazione romana di cremazione (Arc).

Negli impianti di Civitavecchia e Viterbo, “ciascuna cremazione costa circa 200 euro in meno e offre più servizi”. I servizi a cui Mazzeo fa riferimento sono, tra gli altri, la sala del commiato, l’ambiente nel quale si ritrovano parenti e amici per l’ultimo saluto che “negli altri impianti è gratis mentre a Roma non si può usare, prima a causa del Covid. Quando era attiva costava circa 250 euro”. La scelta per i residenti a Roma, però, non è semplice anche a causa dei tempi per il nulla osta alla cremazione, che negli altri comuni “si ottiene il in poco tempo, nella Capitale invece con tempi tra i 20 e i 30 giorni”.

“Se si decide di effettuare la cremazione nell’impianto capitolino, la salma può essere depositata nel cimitero Flaminio, se si decide diversamente, bisogna pagare, oltre ai ‘diritti di partenza’ per spostare la salma fuori dal comune – 180 euro al comune di Roma – anche per un’istruttoria che costa 218 euro e, nell’attesa del nulla osta, un deposito dato che, se si sceglie di effettuare la cremazione altrove, la salma non viene fatta entrare nei cimiteri capitolini”. Seppure costi di più, “con questo meccanismo la gente sceglie giocoforza di affidarsi all’impianto di Roma”.

Intanto già da questo fine settimana “riprenderà regolarmente l’accoglienza delle salme prima della cremazione presso il cimitero Flaminio – Prima Porta”. È quanto assicura in una Ama-Cimiteri Capitolini, dopo la misura temporanea disposta ieri di accogliere alcune salme per la cremazione al cimitero Verano, che comunque non comporta alcun aggravio o costo aggiuntivo per le famiglie dei defunti. L’impianto crematorio del Flaminio “funziona attualmente su 4 linee. Sono, infatti, in corso i necessari e programmati lavori di manutenzione (da fine febbraio a luglio) che interessano di volta in volta una singola linea. Ama-Cimiteri Capitolini, in stretto raccordo con l’amministrazione di Roma Capitale, sta profondendo il massimo sforzo, con l’attivazione di turni supplementari e festivi sulle 4 linee attive. L’obiettivo -conclude Ama- è quello di garantire, già da questa settimana, oltre 300 cremazioni”.

I temporanei rallentamenti dei servizi di cremazione presso il Cimitero Flaminio, “dovuti a guasti tecnici verificatisi in concomitanza agli interventi di periodica manutenzione su una linea dell’impianto, sono in via di risoluzione e in pochi giorni si tornerà alla normale capacità del servizio”, ha inoltre affermato l’assessora all’Ambiente di Roma, Sabrina Alfonsi. “Al nostro insediamento – ha aggiunto -, proprio sui servizi cimiteriali abbiamo riscontrato una situazione di gravissima inefficienza e di carenza gestionale, con una ricaduta pesantissima su tante famiglie di romani. Il nuovo management di Ama ha raggiunto in pochi mesi risultati notevoli sulla riduzione dei tempi di attesa scesi da 30 a 7 giorni ma, data la complessità e i tempi necessari alla realizzazione dei nuovi impianti previsti dalle Linee strategiche di sviluppo e innovazione per la rete dei cimiteri di Roma approvate dalla giunta capitolina lo scorso febbraio, stiamo vagliando la possibilità di adottare anche soluzioni tecniche alternative, già sperimentate con successo in Europa nella triste fase di picco della pandemia, per incrementare il numero delle cremazioni”.

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