Più che un ricambio di poltrone con nel mirino gli assessori al Patrimonio, Tobia Zevi, e allo Sport e Turismo, Alessandro Onorato, che hanno appoggiato Stefano Bonaccini, la nuova segretaria, Elly Schlein, dovrebbe riuscire a infondere anche nel “governo” Pd della Capitale, la sua energia e quei valori della moderna sinistra, che l’hanno fatta vincere sul governatore dell’Emilia Romagna e che sono riusciti a portare nei “gazebo” delle primarie, anche chi non aveva votato alle regionali.
“Da una parte c’è un governo della città di centrosinistra che non riesce ad appassionare il proprio elettorato. Si fatica a capire qual è l’anima del governo di questa città. Dall’altra le file travolgenti ai seggi chiedevano alla sinistra proprio di avere un’anima”. Marta Bonafoni, consigliera regionale Pd e leader del movimento pop, fotografa su “La Repubblica” la situazione politica della Capitale, dove Elly Schlein ha vinto praticamente in tutti i seggi.
Secondo Bonafoni, ma anche per la maggior parte degli osservatori, il ritorno alle urne, per buona parte dell’elettorato democratico, sarebbe avvenuto perché Elly Schlein è riuscita a convincere di incarnare la discontinuità e il rinnovamento, atteso da tempo, su lavoro, ambiente, diritti, migranti, offrendo una politica di sinistra moderna. E ora anche Roma, la sua giunta e i municipi, non potranno restare indifferenti all’anima di questa politica.
“Oltre 100mila cittadini di centrosinistra del Lazio si sono recati ai gazebo per scegliere il nuovo segretario del partito democratico. Ripartiamo da qui, dall’entusiasmo e dalle file – dichiara il presidente del Pd Lazio, Augusto Gregori – per costruire tutti insieme un’alternativa alla destra di governo. Siamo un partito vivo. L’ abbiamo dimostrato e continuiamo a dimostrarlo”.
Radiocolonna raccoglie le reazioni di due Presidenti di Municipi. Titti Di Salvo, presidente del IX Municipio, che ha appoggiato Bonaccini, e Francesco Laddaga, Presidente del VII Municipio, dove la Schlein è andata sopra al 70 per cento.
“Da Elly Schlein, oggi segretaria di tutto il Pd – afferma Titti Di Salvo – mi aspetto che tenga fede all’impegno di discontinuità nel gruppo dirigente a tutti i livelli e che sul piano politico sappia ascoltare. E questo dipenderà da tutti noi. Il suo compito – aggiunge – non sarà facile per il contesto politico, sociale ed economico. E anche perché è la prima volta che il voto degli iscritti è stato modificato dalla scelta di chi ha votato alle primarie. E questa è una situazione totalmente inedita. Potrà contare sulla lealtà di chi non l’ha votata, ma interpreta la politica come responsabilità e rappresentanza”.
“Sono molto soddisfatto – dice Laddaga – ero anche nella lista del mio collegio collegata alla Schlein e personalmente andrò in Assemblea nazionale. Una cosa mi piace ricordare in questi giorni. Mi aveva particolarmente colpito, alla chiusura della campagna elettorale per le politiche a fine settembre, a piazza del Popolo, la reazione della piazza all’intervento di Elly Schlein: il silenzio che si è fatto mentre lei parlava, gli applausi ripetuti, e il grande applauso alla fine. Mi resi subito conto che Lei rispondeva alle aspettative della nostra gente, di tanti anche non iscritti che però credono a una politica di sinistra. Quindi ero fiducioso che le primarie aperte avrebbero visto un suo grande risultato e una possibile vittoria. La gente un po’ sfiduciata e stanca del Pd voleva quel cambiamento, in quella direzione, e ha visto in lei non la capacità di guidare il partito da sola, ma di poter ricreare una comunità”.
“Tanti sono andati a votare ai gazebo – sottolinea la Presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, che l’ha appoggiata – anche grazie all’energia di Elly e ai temi che ha portato dentro al dibattito. Temi vicini alle persone, ai bisogni dei territori, alla giustizia sociale. E’ un successo per tutta la comunità democratica. Sono convinta che questo è il momento di unificare, lavorare con armonia e rispetto per un obbiettivo comune”.