Sono spuntate stamattina le reti metalliche, protette da quelle in plastica arancione, che per due terzi coprono la Fontana di Trevi. Le barriere, necessarie per lo svolgimento del cantiere di riqualificazione che durerà tre mesi, sono state collocate fronte fontana e lungo il lato che guarda verso via del Corso. Resta libera la visuale su piazza di Trevi all’intersezione tra via della Stamperia e vicolo di San Vincenzo. Tra trenta giorni, quando sarà stata anche prosciugata l’acqua e i visitatori potranno lanciare le monetine in una vasca montata appositamente, la Fontana di Trevi potrà essere visitata a scaglioni attraverso una passerella che si svilupperà in alto, sarà trasparente e sovrasterà parzialmente il monumento, con un corridoio centrale rialzato sulla vasca della fontana e due rami di accesso allo stesso, in linea d’aria in corrispondenza di vicolo del Forno e via di San Vincenzo. L’intervento ha un costo di oltre 327 mila euro a valere sul capitolo Caput Mundi del Giubileo, all’interno del quale rientra il restauro di 14 fontane monumentali. A termine dei lavori, a fine dicembre, la passerella sarà smontata e da gennaio prossimo partiranno circa 4 mesi di sperimentazione per l’accesso contingentato a scaglioni, regolamentato da steward e hostess messi a disposizione dall’azienda comunale per i servizi culturali Zetema.
“Dopo questa fase sperimentale valuteremo se è necessaria l’introduzione di un biglietto”, ha chiarito il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. In ogni caso la discussione verte attorno a un costo simbolico, di uno o due euro al massimo, e soltanto per coloro che risiedono fuori Roma, quindi per turisti e visitatori ma non per gli abitanti della Capitale. Contestualmente all’avvio della sperimentazione a scaglioni, esclusa l’ipotesi dei tornelli, in piazza ci si potrà sedere ma non si potrà mangiare, rischiando di sporcare il monumento. “Ci sarà la massima libertà di fruizione, non ci saranno tornelli. Immaginiamo che si possa creare un flusso naturale di ingresso e uscita a scaglioni. Ci saranno limitazioni nel senso che ci si potrà sedere ma non si potrà mangiare e bere, come d’altronde non si può fare in altri luoghi monumentali: non è che al Louvre uno si ferma a mangiare davanti alla Gioconda”, ha chiarito il sindaco nel corso della presentazione in Campidoglio, alla quale hanno preso parte anche l’assessore alla Cultura Miguel Gotor e il Sovrintendente capitolino ai beni culturali, Claudio Parisi Presicce. Il flusso “naturale” dovrà garantire l’accesso di circa 4 milioni di visitatori l’anno, equivale a dire 10-12 mila presenze al giorno.
“L’obiettivo è fare in modo che il turismo sia più slow e responsabile, ma anche utilizzare la Fontana di Trevi come un promoter della città di Roma nel mondo”, ha osservato l’assessore al Turismo, Alessandro Onorato. E oggi, tra i tanti turisti in visita al monumento, con gli sguardi stupiti o perplessi per la novità, c’erano anche Andrea e Anna, giovane coppia proveniente da Terni. “Ci aspettavamo qualche novità ma non queste reti metalliche”, racconta Andrea. “Avevamo letto sui giornali che si stava ragionando sull’accesso contingentato e sinceramente non siamo d’accordo: è un bene patrimonio dell’umanità, deve essere fruibile liberamente”, aggiunge. “Oggi poi oltre alle reti c’è davvero tanta gente che non siamo riusciti ad avvicinarci, per fortuna veniamo spesso a Roma e l’abbiamo vista in più occasioni”, spiega Anna. Non vale però per Jeff, americano sui 45 anni, in visita dalla California, insieme all’amico Mark che a Roma ha un cugino, il quale oggi si è prestato per far loro da Cicerone. “Queste transenne sicuramente non piacciono a nessuno”, dice Mark. “Ho buttato comunque la mia monetina”, aggiunge Jeff. Equivale a dire: “Spero quindi di tornare”. La tradizione vuole infatti che chi getta la moneta nella fontana faccia ritorno a Roma, ma alcuni credono – secondo la leggenda di una fanciulla che attendeva il ritorno di un soldato dalla guerra – che possa portare un nuovo amore. “Mi spiace per le reti, ma io ho lanciato comunque le mie monetine, magari trovo una fidanzata”, dice Diogo, ha una ventina d’anni e arriva dal Portogallo.