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Ryanair, la posta in gioco per Fiumicino e Ciampino

La compagnia low cost è ai ferri corti con il governo, dopo i provvedimenti sui rincari dei voli. Il rebus delle rotte per gli scali romani

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Non si abbassano i toni tra il governo e Ryanair. Dopo che la compagnia low cost irlandese aveva detto di essere pronta a tagliare alcune tratte se le nuove norme non fossero state ritirate, è arrivaya la replica del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che aveva annunciato giorni fa il provvedimento in conferenza stampa. “Wilson (il ceo di Ryanair, ndr) faccia quel che crede. L’Italia è il primo mercato della compagnia, il più appetibile d’Europa. Se taglieranno rotte, le riempirà qualcun altro. Mi chiedo solo se gli azionisti di Ryanair sono della stessa opinione”.

Per poi aggiungere che Ryanair per anni ha fatto “ciò che ha voluto” sul mercato italiano, ma che ora la situazione “deve cambiare” perché “quando vengono messi in vendita biglietti a mille euro in concomitanza di eventi alluvionali il mercato non c’entra nulla, si chiama speculazione”. Ma quale è la posta in gioco per il primo scalo italiano, Fiumicino? Se la compagnia dovesse fare i bagagli, ci sarebbero in ballo tanto per cominciare le 16 nuove rotte annunciate lo scorso gennaio e operative proprio da questa difficile estate.

Alicante, Dublino, Skiathos, Spalato: sono solo alcune delle 16 nuove destinazioni raggiungibili dagli aeroporto di Ciampino e di Fiumicino. La compagnia aerea low cost aveva annunciato il 12 gennaio il piano per l’estate per le sue due basi di Roma, svelando le nuove rotte verso Austria, Francia, Estonia, Grecia, Ungheria, Spagna, Malta, Polonia, Portogallo e Regno Unito. Il programma prevede l’uso di 15 aeromobili che faranno base nei due scali e un investimento di 1,5 miliardi di dollari, con oltre 550 posti di lavoro diretti per piloti, personale di cabina e ingegneri. Ryanair opera oltre 1.000 voli settimanali da e per Roma nell’estate 2023, il 10% in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ora tutto questo è in forse?

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