Secondo la Regione la mancata uscita dal commissariamento della sanità laziale, oltre a non ridurre l’altissima aliquota Irpef ,costerebbe mille assunzioni a fronte della continuazione del blocco del turnover che, sia pure ormai parziale, si prolunga però ormai da anni, allungando a 54 anni l’età media dei quasi 50 mila dipendenti.
Lo scrive Il Messaggero rilevando che nella doppia partita fra Governo e Regione, sul commissariamento e sul piano di rientro si gioca anche la possibilità di dare più respiro a grandi strutture accreditate di eccellenza.
A marzo sarà valutato il bilancio consuntivo del 2018 da cui dipende la fine del commissariamento e del piano di rientro. Ma al di là dei conti i tecnici del Mef e del ministero della salute potrebbero sostenere che esistono delle criticità sul piano dei servizi e le liste di attesa. La loro istruttoria – scrive il Messaggero – finirà in capo al consiglio dei Ministri che potrebbe decidere di nominare un commissario diverso da Nicola Zingaretti, come ha prospettato il ministro Giulia Grillo, al termine del blitz al Policlinico Umberto I .
Ci si domanda infine quanto riuscirà a prevalere il parere dei tecnici nella solita guerra in corso fra M5S e Pd, che vede tra l’altro il governatore Zingaretti, in corsa per la segreteria dei democratici.