E tre. I cittadini di Roma centro, Testaccio, Flaminio e Delle Vittorie (le zone che compongono il collegio uninominale Roma 1 per la Camera) sono chiamati per la terza volta nel corso di questa legislatura a votare per il proprio rappresentante a Montecitorio.
E sì perché nelle elezioni politiche del 2018 il risultato delle urne fu molto positivo per Paolo Gentiloni (Pd), presidente del Consiglio in carica, che però si dimise a fine 2019 essendo stato nominato Commissario europeo per gli Affari economici e monetari. Al suo posto il Pd candidò nelle elezioni suppletive del 2020 Roberto Gualtieri, ex ministro dell’Economia nel governo giallo-rosso di Giuseppe Conte, che vinse a mani basse in una consultazione che registrò un misero 17,66% di votanti.
Ma anche Gualtieri, dopo poco più di un anno, si è candidato a sindaco di Roma vincendo nel ballottaggio dello scorso mese di ottobre, vittoria che ha portato alle sue dimissioni da deputato. Così i romani del centro devono tornare alle urne per la terza volta, domenica 16 gennaio, per rieleggere un deputato che li rappresenti nell’aula di Montecitorio.
Considerati i dati delle ultime elezioni politiche ed amministrative non è difficile affermare che anche questa volta, complice il Covid che continua a perversare in Italia e a Roma, sarà l’astensionismo a farla da padrone. Certo è che se si scenderà ancora più sotto della soglia del 17,66%, tutti i partiti dovranno fare un esame di coscienza e chiedersi come mai la disaffezione al voto si vada così estendendo.
Comunque, al giudizio degli elettori (circa 160 mila) si presentano in cinque: Cecilia D’Elia (Pd), che confida di mantenere un seggio da quasi sempre feudo del centrosinistra; Simonetta Matone, già candidata come prosindaca di Enrico Michetti nelle scorse amministrative; Valerio Casini (Italia Viva), che spera di ricalcare il successo di Azione di Carlo Calenda nel voto di ottobre scorso; Beatrice Gamberini (Potere al Popolo), che spera solo in una buona affermazione, e Lorenzo Vanni (civico), proprietario dell’omonimo e famoso bar nel quartiere Prati.
In queste suppletive l’incognita è rappresentata in particolare da chi pagherà il prezzo più caro all’astensionismo e dalla forza elettorale di Casini e Vanni. Sulla carta, infatti, la vittoria non dovrebbe sfuggire dalle mani di Cecilia D’Elia, ma come dimostrano i risultati di quasi tutte le ultime elezioni, ci troviamo di fronte ad un elettorato non più legato alle ideologie, ma molto volatile che cambia facilmente orientamento (basti pensare al M5S, non presente alla consultazione di domenica, che dal voto delle comunali del 2016 e delle politiche 2018, ha perso tantissimi suoi elettori). D’Elia e Matone, invece, potrebbero essere penalizzate dalla presenza di Casini e Vanni.
Lunedì 17 sapremo chi entrerà alla Camera e parteciperà alle elezioni del nuovo presidente della Repubblica. I seggi saranno infatti aperti solo domenica, dalle ore 7 alle 23.