Secondo il corriere.it è dato per certo l'aumento a 60 euro della corsa da Roma (all'interno della Mura aureliane) all'aeroporto di Fiumicino, che oggi costa 50 euro
Non solo la “doppia guida” per potenziare le licenze dei taxi, tra le ipotesi in campo per risolvere il problema della lunghe code nei parcheggi della capitale – soprattuto a stazione Termini – c’è quella di aumentare le tariffe, con l’introduzione di una cosiddetta “corsa minima”.
A riportare le indiscrezioni raccolte tra tra uffici capitolini e sindacati dei taxi, è il corriere.it, secondo cui gli aumenti dovrebbero diventare operativi entro l’autunno 2023. “Il punto d’arrivo – scrive Fabrizio Peronaci – con il voto in aula Giulio Cesare, naturalmente potrà essere diverso, ma le nuove tariffe dei taxi non dovrebbero discostarsi molto dai numeri per ora solo sussurrati. La novità più rilevante è rappresentata dall’introduzione della cosiddetta “corsa minima”. La quota fissa di partenza, che oggi nei feriali è di 3 euro, sarà abolita e sostituita da una tariffa minima ben più alta, valida anche per percorsi brevissimi: la cifra ipotizzata è tra i 7 e i 9 euro, con un possibile “punto di caduta” a 8 euro. In pratica, nel salire su un taxi, un momento dopo aver chiuso lo sportello e l’accensione del motore, sotto gli 8 euro non si andrà”.
Tra le ipotesi in campo si valuta anche l’aumento della tariffa a chilometro (+ 10-15%, con punte del 20%) e di alcune tariffe fisse. Secondo il corriere.it è dato per certo l’aumento a 60 euro della corsa da Roma (all’interno della Mura aureliane) all’aeroporto di Fiumicino, che oggi costa 50 euro. Mentre per Ciampino c’è lo scontento dei tassisti per l’attuale tariffa a 31 euro, che è fissa da qualsiasi punto si parta all’interno delle Mura, ad esempio, da via Veneto o da San Giovanni. La soluzione potrebbe essere un forte aumento della tariffa per il secondo scalo (da 30 a 35-40 euro) o il”restringimento” dell’anello di partenza. Altro dubbio, il prezzo del bagaglio. Oggi è di 1 euro a collo (dalla seconda valigia in poi), ma molti “tassinari” confidano in un colpaccio: passare a 1,5 euro, ottenendo un rialzo secco del 50%, conclude il quotidiano.