Taxi e Ncc, l’Antitrust bacchetta il governo

Il Garante nella relazione: "diverse segnalazioni hanno evidenziato l’esigenza di una revisione della disciplina vigente prevedendo una rimozione delle barriere all’entrata e dei vincoli non giustificati all’attività degli operatori"

Il segretario dei Radicali italiani, Matteo Hallissey, e il taxi finto alla stazione Termini di Roma.

Non è certo la prima volta, ma ogni volta fa rumore. L’Antitrust torna a bacchettare il governo sulla questione Ncc-Taxi, particolarmente sensibile sul versante romano. “Diverse segnalazioni, di cui una congiunta con l’Autorità di Regolazione dei Trasporti”, ha scritto il Garante nella sua ultima relazione, “hanno evidenziato l’esigenza di una revisione della disciplina vigente che tenga conto dell’evoluzione del settore e della fungibilità dei servizi taxi e Ncc, prevedendo una rimozione delle barriere all’entrata e dei vincoli non giustificati all’attività degli operatori”.

“Sotto altro profilo, anche i servizi di trasporto pubblico regionale ferroviario e su gomma continuano a presentare criticità in termini di mancata apertura alla concorrenza, scarsa efficienza delle gestioni e insufficiente qualità delle prestazioni erogate agli utenti”, ha aggiunto il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, per cui “tutto ciò ha indotto l’Autorità a suggerire alcune modifiche normative al fine precipuo di incentivare il ricorso a procedure competitive nella selezione del gestore del servizio, nonché di garantire trasparenza e conoscibilità delle scelte operate dalle Regioni”.

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