Turismo: Ponte Immacolata, hotel pieni a metà e stranieri in fuga

Piene al massimo al 70% le strutture del Centro e al 50% zone come Parioli e Prati. Nessuno sprint atteso nemmeno per Natale e Capodanno. Pesa il lock down in alcune zone d’Europa e il rischio delle zone gialle.

Nuova frenata per il turismo. Dopo un ponte di Halloween in cui si era registrato il pienone, per l’Immacolata gli albergatori avevano sperato in un bis. Tuttavia il lockdown in alcune zone d’Europa ha costretto in casa i turisti stranieri, mentre gli italiani che avevano programmato qualche giorno nella Capitale sono spaventati dai nuovi contagi.

Cosi una fetta consistente di chi aveva fermato una stanza, ha semplicemente esercitato un diritto concessogli al momento della prenotazione: la cancellazione gratuita, anche all’ultimo momento. Conti alla mano, dunque, l’occupazione degli hotel del Centro oscilla tra il 65% e il 75%. Qualche prenotazione c’è ma si parla di un numero ben lontano dal 95% (con picchi del 100%) di stanze occupate al ponte di Halloween. Almeno il 20% in meno.

«Le aspettative, ammettiamolo, erano diverse», commenta a ‘’La Repubblica’’ Daniele Brocchi, direttore AssoturismoConfesercenti. Il boom del 31 ottobre e dell’I e 2 novembre è stato un picco, ma non ha segnato una ripresa. «A vedersela peggio – spiega Giuseppe Roscioli di Federalberghi- sono gli hotel lontani dal Centro. Basti pensare che per quelli in zone semi centrali, come Parioli o Monteverde, il livello di presenze è sotto il 50%».

E per chi ha il confine con la periferia ìasituazione è tragica e l’Immacolata sarà tutt’altro che un accenno di festa prima del Natale, specialmente perché ogni giorno decine di strutture alberghiere rischiano di unirsi alla flotta di 350 hotel che non hanno mai riaperto da marzo 2020. Alcuni attendono tempi migliori, altri hanno dichiarato fallimento mettendo in vendita stabili e licenze.

Non manca qualche coraggioso che apre, come il W Rome, il primo della catena W Hotels Worldwide, parte del portfolio dei 30 marchi alberghieri di Marriott Bonvoy, ad aver inaugurato in Italia. Ma anche qui, dopo l’apertura del á dicembre in via Liguria, per il momento sì dovrà puntare sulla cucina di Ciccio Sultano e sulle creazioni del pastry chef Fabrizio Fiorani, visto che dicembre sarà un mese “tiepido” per il turismo.

Nessuno sprint, infatti, nemmeno per Natale e Capodanno. Almeno per il momento. «Anche per le feste le prenotazioni procedono a rilento – prosegue Roscioli -. Prima della pandemia, dall’Immacolata al Capodanno, le strutture in questo mese erano piene, ma ora siamo pe nalizzati su ogni fronte: 1’8dicembre viene di mercoledì, in mezzo alla settimana, sono partite le nuove disposizioni, che almeno all’inizio disorientano le persone. E poi, a causa dei contagi in risalita, c’è l’incognita della “colorazione” delle regioni».

Solo il calo improvviso dei positivi e un boom di prenotazioni last minute, secondo gli operatori del settore, riuscirebbero a salvare le vacanze di Natale e di Capodanno. Quando, tra l’altro, sarebbe anchecomplicato tornare a parlare di “Staycation” per riuscire a pagare almeno le bollette: «I romani – aggiunge Brocchi – anche quest’anno partiranno per le seconde case in Toscana, Umbria e Abruzzo’’.

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