Categorie: Economia urbana

Ville quartiere Coppedè demolite, comitati: fermatevi

A rischio villa Paolina. E toccherà a Prati,Parioli e Garbatella

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Un quartiere ricco di storia, i quartiere Coppedè, a Roma, vede demolite una dopo l’altra ville e abitazioni storiche per far posto a palazzi moderni, del tutto avulsi dal contesto. L’accusa viene mossa da mesi da numerosi Comitati di quartiere, da Cittadinanzattiva, da Italia Nostra, dal Comitato Salviamo Villa Paolina, ma senza, al momento, che le ruspe fermino il loro lavoro.

“Dopo la demolizione del villino di via Ticino n.3 in pieno Quartiere Coppedè, al cui posto in meno di un anno è stato costruito un grande edificio – spiega Viviana D’Isa, esponente del Comitato Salviamo Villa Paolina – è stato quasi finito di sventrare un altro villino d’epoca in Piazza Caprera; in via Cornelio Celso una ditta sta costruendo un “Residence Torlonia” e sempre in via Celso all’angolo con via Spallanzani, proprio di fronte all’ingresso di Villa Torlonia, è iniziata la demolizione di un altro edificio, per costruirne uno bianco, più grande, del tutto avulso dal contesto, ma con ampi terrazzi proprio sul verde della storica Villa. E poi toccherà a Prati, Trieste, Parioli, Garbatella: tutta la città rischia di vedere modificata la propria identità urbanistica a causa della mancata apposizione dei vincoli ambientali e di un decreto legge, lo sblocca cantieri attualmente all’esame del Parlamento, che premia le demolizioni con un aumento delle cubature e diminuisce le distanze tra un edificio e l’altro, se non vengono apportate le opportune modifiche entro il 17 giugno. E dopo toccherà a Villa Paolina di Mallinckrodt, un piccolo gioiello dei primi del ‘900 nella zona che comprende Villa Mirafiori, Villa Massimo, Villa Torlonia, Villa Paganini e nelle cui vie hanno passeggiato 4 Premi Nobel: Grazia Deledda, Enrico Fermi, Luigi Pirandello, Rita Levi Montalcini”.

“La società che l’ha acquistata – spiegano anche Cittadinanzattiva e Italia Nostra – ha già pronti due piani: uno che prevede un edificio, sempre bianco di ben 8 piani e un altro, alternativo, di 5 piani ma con allargamento della superficie, che prevederebbe l’eliminazione degli alberi ad alto fusto intorno alla Villa. Se non si vuole questo scempio il Comune inoltre deve inserire al più presto Villa Paolina nella Carta della Qualità”. “Villa Paolina ormai è diventata il simbolo della tutela dei villini storici di Roma e la sua demolizione sarebbe un segnale molto negativo per tutti noi e per chi vuole salvaguardare le bellezze della città storica”, conclude Cristina Rinaldi, presidente del Comitato Salviamo Villa Paolina, la quale sottolinea l’importanza di approvare il vincolo paesaggistico, pronto ma da più di un anno in attesa di approvazione.

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