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Ama, arrivano piano industriale e board a tre

Entro il 2021 calo della produzione di spazzatura e aumento della quota di rifiuti trattati da Ama. Giglio lascia arriva Lorenzo Bagnacani (ex Amiat)

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Poco meno di 100 pagine per tentare di scongiurare nuove crisi sui rifiuti. Dopo giorni di accuse e confusione, nello stesso giorno in cui viene nominato il cda che sostituisce il tandem amministratore unico-dg, Ama tira fuori dal cassetto il piano industriale per i prossimi quattro anni, in cui offre una stima dei risultati da ottenere in materia di stoccaggio dei rifiuti e raccolta differenziata. Sempre che, è condizione imprescindibile, si vada d’amore e d’accordo l’azionista Campidoglio, vero regista dell’operazione con cui dare finalmente a Roma un sistema di smaltimento degno di una capitale.

Il primo step riguarda la produzione rifiuti, ovvero passare dalle quasi 1.700 tonnellate annue di spazzatura prodotte alle 1.500 del 2021, ovvero da 590 a 524 kg di rifiuti per abitante. Si tratta, scrive la municipalizzata nel piano, dell’11% in meno rispetto alla situazione odierna. Una performances raggiungibile attraverso il robusto incremento della differenziata, dall’attuale 43 al 70% entro il 2021. In mezzo, per accelerare il processo di diminuzione della produzione, la creazione di centri di riutilizzo e riuso e una vasta campagna contro lo spreco alimentare.

Nel complesso, il piano mira a portare la percentuale di rifiuti trattati dagli impianti Ama dal 20,4% al 29,4% entro il 2021, col 70% che rimarrebbe quindi in mano ai privati. E poi realizzare un impianto di selezione del multimateriale con una capacita’ massima di 80 mila tonnellate annue e uno per la frazione organica dei rifiuti solidi da 100 mila tonnellate. La prima struttura da costruire in un sito già di proprietà Ama da riconvertire, la seconda in una località da individuare assieme ai Municipi.

Per quanto riguarda il fronte finanziario Ama ha chiuso il 2016 con ricavi per 800 milioni, ma la vera sfida rimane la riduzione dell’indebitamento, da ridurre drasticamente entro i prossimi quattro anni. Al Pd comunque il piano industriale della municipalizzata di via Calderon de la Barca non convince. Anzi.

“Ad Ama la raccolta dei rifiuti e a terzi (privati) la filiera dei profitti, circa 2 miliardi di euro trasferiti dalla tasche dei romani ai profitti dei privati, nessuna localizzazione di impianti (si parla solo di impianti compost e un impianto multimateriale), meno impianti di proprietà Ama e minori ricavi dalla raccolta differenziata”, scrivono in una nota le consigliere dem Ilaria Piccolo e Valeria Baglio

Secondo le due esponenti Pd il piano a 5 stelle recante la firma dell’ex amministratore unico Antonella Giglio “non prevede la localizzazione di alcun impianto, si limita a parlare di impianti organici di compostaggio per un totale di 100000 tonnellate a (da individuare con i municipi)  e di un impianto multimateriale per 80000 tonnellate per un totale investimenti di 111 mln. Questo a nostro avviso significa zero impianti Ama e nessuna richiesta alla regione tantomeno nelle aree di proprietà Ama (quindi pubbliche)”.

Intanto, nella serata di ieri, l’assemblea dei soci ha formalizzato il riassetto della governance, con l’arrivo di tre consiglieri. Presidente e ad è Lorenzo Bagnacani, già ai vertici dell’Amiat, la municipalizzata dei rifiuti a Torino, sotto la giunta Appendino. Esce di scena dopo solo 7 mesi Antonella Giglio, nominata a novembre. “L’assemblea ha sentitamente ringraziato Antonella Giglio per il  lavoro svolto in questi mesi e ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione nelle persone di Lorenzo Bagnacani, di Emmanuela Pettinao e di. Andrea Masullo”.

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