I romani e la Tari, ovvero la tassa sullo smaltimento dei rifiuti. Da solo, il tributo, vale una buona fetta dei ricavi Ama (qui l’ultimo bilancio) anche perchè nella Capitale, l’importo da versare per togliere l’immondizia dalla strada, è quasi doppio rispetto a quello di altre città. Per il 2016, secondo uno studio di Confcommercio, l’importo medio della Tari è decisamente più alto a Roma: circa 2.778 euro contro i 1.420 euro di Milano.
Questa mattina il sindaco di Roma Virginia Raggi, l’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari e il presidente e ad di Ama Lorenzo Bagnacani hanno parlato nella sala della Promoteca proprio di questo. Ovvero dell’importanza della Tari per Ama. E quello che è emerso è abbastanza inquietante.
Ad oggi Ama vanta un credito verso la Pubblica amministrazione di 100 milioni di euro in termini di versamenti della Tari. In pratica quasi la metà del monte crediti riconducibile alla Tari (244 milioni secondo l’ultimo bilancio, 1,1 miliardi i crediti totali di Ama). Si tratta di tutti quei pubblici uffici che non hanno saldato i bollettini relativi alla tassa sui rifiuti. 20 milioni mancano solo dalle casse del governo, vale a dire Palazzo Chigi e ministeri. E, sempre secondo i conti del Campidoglio, solo la sede della presidenza del Consiglio deve 1,2 milioni di euro. Contabilizzando gli ammanchi derivanti dall’evasione della Tari, i ricavi di Ama avrebbero toccato nel 2016 i 900 milioni.
“Oggi facciamo questa conferenza stampa per portare avanti una operazione verità: è importante capire lo stato dell’arte per andare avanti, noi stiamo lavorando molto per il risanamento di Roma Capitale e delle sue partecipate per riparametrare le risorse con l’obiettivo di capire se e quanto possiamo recuperare per destinarlo al miglioramento dei servizi per i cittadini”, ha detto Raggi. Ama, ha spiegato la sindaca, “su questo ha lavorato molto bene, ha svolto una attività capillare di verifica dei conti svelando dati interessanti, un credito di circa 100 milioni di euro che Ama vanta nei confronti della Pubblica amministrazione”.
Nel dettaglio, per Palazzo Chigi e ministeri, come detto, il totale degli importi scaduti al 10 luglio 2017 e’ di circa 20 milioni di euro di cui: Presidenza del Consiglio – 1,2 milioni di euro; ministero dell’Interno – 6 milioni; ministero della Difesa – 3,2 milioni; ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – 2 milioni; ministero dei Beni e delle Attivita’ culturali – 1,7 milioni; ministero di Grazia e Giustizia – 1,5 milioni; ministero dello Sviluppo economico – 1 milione; ministero degli Affari esteri – 822mila euro; ministero del Lavoro e Politiche sociali – 761mila euro; ministero dell’Economia e delle Finanze – 575mila euro; ministero dell’Istruzione – 375mila euro; ministero dell’Agricoltura – 306mila euro; ministero della Salute – 95mila euro; ministero dell’Ambiente – 31mila euro; Camera dei deputati – 369mila euro.