Via Curtatone, dopo lo sgombero a Roma parte la trattativa

All'assessorato alla Persona si cercano le "soluzioni più idonee", aperto un tavolo. In centinaia dormono in strada

Lo stabile di via Curtatone
Lo stabile di via Curtatone

Individuare le soluzioni piu’ adeguate per le persone che occupavano l’immobile situato in via Curtatone a Roma, garantendo assoluta priorita’ alle fragilita’: famiglie con minori, anziani non autosufficienti e disabili. E’ l’obiettivo condiviso nel corso di un incontro svoltosi oggi tra lo staff dell’assessorato alla Persona, Scuola e Comunita’ Solidale del Comune di Roma e una delegazione in rappresentanza delle persone sgomberate dal palazzo della ex Federconsorzi.

Le parti hanno, inoltre, stabilito di avviare un tavolo di confronto permanente e di effettuare un censimento in modo da verificare ogni singola situazione. Nel corso di questi giorni la Sala Operativa Sociale ha erogato assistenza, h24, a tutte le persone che ne abbiano manifestato necessità.

Nei fatti, lo sgombero di sabato mattina del palazzo di via Curtatone che dà su piazza Indipendenza si è rivelato un enorme rebus. In alternativa allo sgombero non è stata trovata nessuna soluzione per gli occupanti.

La maggior parte dei migranti che erano all’interno dello stabile sono profughi eritrei ed etiopici, e hanno dormito sulle aiuole di piazza Indipendenza. Ad alcune donne, con i loro figli, è stato permesso però di passare la notte dentro il palazzo. Una soluzione però solo temporanea.

Critica nei confronti delle modalità con cui è stato portato avanti lo sgombero è stata la Comunità di Sant’Egidio, che ha chiesto soluzioni soprattutto per tutelare le fase più deboli.

Il pericolo è che ora si proceda con altri sgomberi a Roma, come nei confronti degli occupanti di un altro stabile a via di Santa Croce in Gerusalemme.

 

 

 

 

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