Verdone bacchetta i romani: imparate a fare la differenziata

“La cittá é troppo sporca, a Roma c'é ancora molto lavoro da fare. Per fare una bella ripresa del Pantheon ho dovuto faticare". Cosí il regista e attore ha detto ai microfoni di Fuorigioco su Rai Radio1

ROME, ITALY - OCTOBER 31: Carlo Verdone attends 'Borotalco' photocall during the 12th Rome Film Fest at Auditorium Parco Della Musica on October 31, 2017 in Rome, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images) *** Local Caption *** Carlo Verdone

“A Roma c’è ancora molto lavoro da fare. Certamente anche i romani devono comportarsi meglio, per esempio dovrebbero imparare a fare la raccolta differenziata perché la città è troppo sporca. All’inizio fare le riprese del mio ultimo film ‘Benedetta follia’ è stato un po’ complicato: un po’ per l’amministrazione, un po’ anche per la maleducazione dei romani. Insomma per fare una bella ripresa del Pantheon ho dovuto faticare”. Così Carlo Verdone intervenuto ai microfoni di Fuorigioco su Rai Radio1 questo pomeriggio in occasione della presentazione della versione restaurata da Infinity del film “Borotalco” al Festival del Cinema di Roma.

“Fare un’intervista per un film di 35 anni fa mi sembra incredibile ma è un piacere immenso. Un bellissimo regalo del destino. C’è commozione: io negli anni ’80 rimpiangevo gli anni ‘60 e oggi rimpiango gli anni ’80. È la Retrotopia come dice Zygmunt Bauman: si rivaluta tutto, anche i politici. Vuol dire che siamo caduti in basso. Ma questo film non è solo immagini, è anche musica. È un omaggio anche alle canzoni di Lucio Dalla, così avvolgenti e belle”.

Verdone ha speso una parola anche sul calcio: “Borotalco conta più della mia Roma, ma questa sera farò di tutto per andare a vederla dopo gli impegni al festival”.

Infine il regista ha parlato anche di musica. “I Pfm sono stati il primo progressive group italiano. La loro musica è rimasta intatta nel tempo. Oggi il panorama musicale è cambiato: ci sono delle cose che si possono trovare con fatica, in rete. Ma tutto il catalogo offerto dagli anni ’60 e ’70 oggi non c’è più. E
tanto più in Italia dove per tornare ai livelli di Lucio Dalla ce ne vuole ancora.”

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