L’aria che tira a Roma è nociva e fuori dai limiti di legge: la concentrazione media del biossido di azoto, nel 60% dei casi, ha un valore annuale superiore ai livelli consentiti. È quanto emerso dalla prima mappatura del NO2, realizzata da Salvaciclisti Roma e Cittadini per l’aria, e che scatta una fotografia inquietante, con un superamento della media di 40 microgrammi per metro cubo, in tre casi su cinque. A colpo d’occhio la mappatura realizzata mostra che i punti con le concentrazioni più elevate sono verso il centro città e in vicinanza delle arterie più trafficate.
La maglia nera per i valori massimi registrati va a viale Etiopia – piazza Abeba con 95,4 mg/m3, al secondo posto via Casilina – Tor Pignattara con 91 mg/m3 e in terza posizione via Trasone con 88,4 mg/m3.
La campagna di osservazione, i cui risultati sono stati presentati dalla sindaca di Roma Virginia Raggi ai Musei Capitolini, è stata realizzata da 150 volontari che hanno rilevato i valori del biossido d’azoto per un mese, dal 2 febbraio al 2 marzo 2018, avvalendosi di un kit di misurazione dotato di un piccolo campionatore passivo da collocare ad un’altezza di 2,5-3 metri.
“Voglio ringraziare le due associazioni per avere promosso questa campagna contro il biossido di azoto che ha coinvolto i romani, noi compresi, nel campionare l’aria della città – ha spiegato Raggi -. Quella che stiamo affrontando è una sfida ai cambiamenti climatici globale e possiamo vincerla solo con l’aiuto di tutti noi”.
La media annuale, che ha permesso di concludere che il 60% dei punti analizzati, tre su cinque, è fuorilegge è stata prodotta da una stima sulla base dei dati mensili.
Sulla base mensile il 79% dei campionatori ha misurato concentrazioni di NO2 superiori ai 40 mg/m3.
“I risultati su che cosa respiriamo a Roma non sono buoni, ce lo aspettavamo, e sulla qualità dell’aria ci stiamo già impegnando con grande determinazione – ha aggiunto Raggi -. Le sfide che ci attendono sono epocali. Nel 2050 il 70% delle persone vivrà nelle metropoli e consumerà la maggior parte delle risorse e provocherà fino all’80% dell’inquinamento globale: dobbiamo iniziare da subito a cambiare e a prevenire i costi sociali e delle malattie connesse all’inquinamento”.
La sindaca ha ricordato tra le iniziative messe in campo dall’amministrazione capitolina che “al C40 in Messico abbiamo annunciato lo stop ai motori diesel nel centro della città entro il 2024”, che sul fronte della “elettrificazione della mobilità, siamo impegnati nel trasporto pubblico, con il rinnovo del parco mezzi e le progettazioni di corsie preferenziali per bus e ciclabili” e che “presto grazie al progetto ‘via Libera’ la città sperimenterà 24 chilometri di ciclabile una volta al mese proprio per procedere nella giusta direzione, poiché per affrontare questa emergenza inquinamento dobbiamo affrontare la sfida della mobilità in una città estesa per 1200 km quadrati come Roma”.
“Interdire le auto a diesel nel centro storico della città dal 2024 come prescrive il C40 – ha spiegato l’assessore alla Mobilità di Roma Linda Meleo – significa cominciare a rispondere all’emergenza, ma incrementare la velocità commerciale dei bus e spingere sulla mobilità elettrica e in sharing sono piccoli pezzi di un puzzle di sostenibilità che possiamo costruire solo insieme, e ci vuole tempo”.
“Con l’assessorato alla Mobilità – ha spiegato l’assessore all’Ambiente di Roma Pinuccia Montanari – stiamo costruendo una roadmap verso il 2024 interdendo progressivamente la mobilità ai diversi modelli di auto più inquinanti. Domani saremo a Torino con l’Anci insieme alle città italiane per chiedere che un problema importante come quello dell’inquinamento non si affronti singolarmente, come singole città, ma lo si gestisca livello nazionale”.