La situazione dei conti e della flotta è “drammatica”, ma il concordato consentirà di rilanciare l’azienda dei trasporti di Roma. Lo afferma il presidente dell’Atac, Paolo Simioni. “Gli obiettivi che ci siamo posti sono risanamento e rilancio di Atac”, dice in un’intervista al Sole 24 Ore. “Neppure per un attimo abbiamo pensato a sopravvivere, ma solo a come uscire al più presto dallo stato di crisi per
offrire servizi di livello adeguato: serve strutturare l’offerta in modo da intercettare l’enorme domanda di mobilita’ pubblica esistente in cittá “.
“Abbiamo chiuso il progetto di bilancio 2016 con numeri drammatici: un perdita di 213 milioni di euro”, spiga Simioni.
“L’andamento del primo semestre 2017 conferma il lieve miglioramento, con una perdita inferiore a 10 milioni, ma questo risultato va interpretato. Non rappresenta un segno di salute: si è speso meno perché non c’era cassa per operatività e investimenti, con grave danno al parco mezzi che si va
deteriorando”. “Ho in mente una flotta di 1.800 bus, ma per questo servono tra 150 e 200 milioni di euro”, aggiunge. “Ogni mattina lottiamo per farne uscire 1.350”.
Sul fronte patrimoniale, “l’accordo di estensione del finanziamento impostato dalla precedente amministrazione prevede il rientro integrale del debito bancario, per 170 milioni, in soli due anni. Questo – evidenzia Simioni – azzopperebbe l’azienda, che deve destinare parte del cash flow a
investimenti”.
In merito al piano industriale per il debito, “Atac terrá ‘in pancia’ la quota del debito cui riuscirá a far fronte, mentre la tutela e la gestione della massa debitoria sono fissate e chiarite dalla procedura di concordato: i creditori non garantiti saranno suddivisi in classi e verrà loro proposto di rinunciare a una parte del proprio credito; quindi saranno chiamati a votare tale proposta”, spiega Simioni. “Il socio Roma Capitale, il cui credito verso Atac ammonta a 470 milioni, sarà trattato secondo legge”.