Il gioco d’ azzardo non risparmia nemmeno i più giovani. Nella città di Roma, due ragazzi su tre (66,3%) di età compresa dai 13 ai 17 anni, giocano d’azzardo almeno una volta all’anno; il 36,3% ha dichiarato di essere giocatore abituale, almeno una volta al mese attraverso scommesse sportive, gratta e vinci, slot machine, concorsi a premio. Emerge da una ricerca della Caritas di Roma su 1.600 giovani nelle scuole e nelle parrocchie della Capitale.
Nella realtà romana emerge che i giochi d’azzardo sono conosciuti dalla quasi totalità degli adolescenti: il 94,8% dei ragazzi intervistati conosce il gratta e vinci, quasi il 90% il Lotto e il Superenalotto, l’89% conosce le Lotterie, l’87,5% le Scommesse sportive, l’86,8% le slot machine, l’84,1% il Bingo e così via. L’azzardo appartiene dunque all’universo psichico dei nostri ragazzi, è penetrato nel mondo giovanile e attrae l’attenzione già dei tredicenni. I nuovi giochi elettronici non hanno però sostituito nell’immaginario collettivo i giochi più tradizionali; essi si sono semplicemente affiancati o ne hanno proposto una versione riammodernata.
Come sono venuti a conoscenza i ragazzi dell’azzardo secondo la ricerca? In genere l’influenza del gruppo dei parenti e della famiglia si fa sentire in molti ambiti, ma in questo caso invece risulta marginale. I ragazzi romani hanno saputo dell’esistenza del gioco d’azzardo dalla pubblicità in tv (80,6%), oppure dalla pubblicità online 67,3%, o si sono imbattuti nell’azzardo nel bar/tabacchi (64,8%). Quasi la metà di quanti si dicono influenzati dalla televisione sente l’influenza degli amici. Appare dunque evidente che qualunque intervento volto a favorire un contenimento del gioco non potrà ignorare la funzione promozionale fortissima della pubblicità televisiva.
Il 62,8% degli intervistati conosce da vicino coetanei che giocano. Oltre un terzo dei giovani ha un luogo di gioco a 5 minuti da scuola, e comunque, attraverso l’online, ha accesso a tutto quello che desidera. É il cosiddetto “azzardo di prossimità”, che invade anche luoghi insospettabili come uffici postali, supermercati, edicole, autogrill, centri aggregativi, ristoranti. Secondo gli intervistati, i giochi maggiormente praticati tra i minorenni sono le scommesse sportive l’88,3%. Segue il Gratta e vinci (48%), più praticato dalle ragazze.
L’ospedale Bambino Gesù di Roma, che ha partecipato alla ricerca, afferma che uscire dalla dipendenza si può, “l’attenzione da parte della famiglia è fondamentale per cogliere tutti i segnali che indicano una possibile dipendenza. Tra questi, l’interesse continuo per il gioco d’azzardo, le ridotte capacità di controllo sul tempo dedicato a questa occupazione, il disinteresse per lo studio e per le altre attività ricreative, il calo della resa scolastica, le frequenti assenze ingiustificate, l’ansia, l’irritabilità, gli atteggiamenti aggressivi non motivati, i disturbi del sonno e l’insorgere di comportamenti fino a quel momento considerati inusuali come mentire ripetutamente o rubare in casa”.
All’Ospedale Pediatrico della Santa Sede sono stati seguiti alcuni casi di giovani invischiati nel gioco d’azzardo. Per chiedere informazioni sul fenomeno, per segnalare una situazione di rischio o per ricevere l’aiuto degli specialisti di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, è stato attivato l’indirizzo e-mail iogioco@opbg.net.
Si amplia quindi lo spetto delle dipendenze. Infatti un ragazzo tre ragazzi su cinque hanno fatto uso di droghe almeno una volta nella loro vita, con particolare riferimento a quelle sintetiche.