Colosseo bloccato per 30 minuti dagli “urtisti”

Ennesimo scandalo perpetrato ai danni della città

Non bastavano le buche, il trasporto pubblico allo sbando, la gestione fallimentare dei rifiuti e gli scandali: da oggi Roma è ostaggio di un nuovo nemico, gli “urtisti”, ovvero i venditori di souvenir, che per oltre mezz’ora hanno bloccato l’accesso al Colosseo. Un danno d’immagine enorme per la città, che cerca di offrire il migliore dei servizi durante un Giubileo blindatissimo.

Gli “urtisti”, tracotanti e senza paura, ora rischiano un’incriminazione per interruzione di pubblico servizio, oltre che per danneggiamenti visto che il direttore del Colosseo, Rossella Rea, ha denunciato la manomissione di alcune transenne. I venditori di souvenir si sono scagliati contro un procedimento, a loro dire, ingiusto, cioè la decisione del prefetto Tronca di interdire la vendita di souvenir davanti alle bellezze della città

“Non è possibile andare a vendere i souvenir – spiegano – dove i turisti non ci sono. In tutte le città italiane i souvenir vengono venduti nelle principali piazze storiche non si capisce perché questo non debba avvenire anche a Roma”. Il che è vero a metà: in tutte le altre parti del mondo i venditori di souvenir, con regolare bancarella, emettono anche scontrino fiscale, mentre a Roma troppo spesso questo non succede.

Secondo le ricostruzioni, dalle 12.15 alle 12.45 gli “urtisti” hanno potuto liberamente impedire l’accesso al Colosseo, dopo aver divelto le transenne di uno degli accessi, quello situato di fronte all’uscita della metropolitana. L’ennesimo danno d’immagine a una città che cerca disperatamente il rilancio è stato perpetrato. Avanti il prossimo. (MS)
 

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