I partiti e le coalizioni sono ancora impegnati nella composizione degli schieramenti, delle liste elettorali per la quota proporzionale, dei programmi da sottoporre ai cittadini e nella scelta dei candidati per i collegi uninominali, ma la campagna elettorale è già partita.
In particolare dal centrosinistra e dai media fiancheggiatori, non solo italiani, è già in atto una campagna denigratoria nei confronti di Giorgia Meloni che, stando ai sondaggi finora effettuati sembra, la più indicata a subentrare a Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Nei confronti della leader di Fratelli d’Italia è partito un vero fuoco di sbarramento come se fosse un alieno sbarcato sulla Terra per metterla a ferro e fuoco e conquistarla.
E’ soprattutto Enrico Letta, forse anche perché frustrato dalla venuta meno del “campo largo” dopo la rinuncia ad un’alleanza con i cinquestelle, responsabili della caduta del governo Draghi, e dopo la denuncia da parte di Carlo Calenda dell’accordo stipulato tra Pd e Azione, a sparare “con garbo” su Giorgia Meloni che, fino allo scioglimento delle Camere, era la sua partner preferita negli incontri-scontri in varie kermesse organizzate nella Penisola.
Per ora, la leader di FdI non sembra aver raccolto il guanto di sfida lanciatole dal centrosinistra e tira dritto per la sua strada. Sa che potrebbe diventare la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio, vola con il vento favorevole dei sondaggi (da tenere comunque presente che un quaranta per cento degli intervistati non ha ancora deciso se andrà a votare e per chi voterà) che vedono il centrodestra nettamente avanti nelle scelte degli italiani ed il suo partito battersi in un testa a testa con il Pd (con FdI in leggero vantaggio).
Quindi la tattica finora seguita e che probabilmente proseguirà fino all’appuntamento elettorale di fine settembre (domenica 25) è quella di ignorare gli attacchi che le vengono portati dagli avversari e di pensare quasi esclusivamente al programma elettorale (poche cose ma concrete, ovvero niente “libro dei sogni” e promesse mirabolanti impossibili da mantenere e, forse, anche per questo, sono tanti quelli che non credono più alla politica e disertano le urne come evidenziato dalle ultime consultazioni), ed alla composizione delle sue liste.
Al contrario dei suoi alleati e degli avversari, Giorgia Meloni non deve decidere chi far fuori dalle liste (un grosso problema per tutte le altre forze politiche a causa della riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200) in quanto FdI è l’unico partito che, a detta di tutti, farà un grosso balzo in avanti e quindi vedrà i suoi gruppi parlamentari diventare molto più corposi di adesso. Il suo problema, quindi, non è eliminare ma chi portare, al di là della “vecchia guardia” a Montecitorio e Palazzo Madama e, successivamente, al governo.
Lontani i tempi nei quali il suo partito era considerato una specie di “riserva indiana” abitata da nostalgici del vecchio Msi-Dn e di Alleanza Nazionale, con un bacino elettorale del 3-4%. Ora, come detto, anche in base ai sondaggi, sono in molti che bussano alla sua porta. Imprenditori, giornalisti, alti burocrati, ovvero una buona parte della società civile che conta, guardano con attenzione alle sue mosse e parecchi non disegnerebbero di essere candidati sotto il simbolo del suo partito.
Lei incontra tutti, ma non si sbilancia con “promesse da marinaio”. Prende nota, controlla tutto e tutti. Non vuole assolutamente aprire le porte in modo sconsiderato a questo o a quell’altro.
Da quando è nato FdI – memore delle disavventure di Gianfranco Fini, il quasi dimenticato leader di An, che non si curava più di tanto dell’amministrazione del partito delegando anche più del dovuto – Giorgia Meloni vuole sapere tutto ciò che avviene all’interno del partito. L’unico che ha una certa autonomia è Guido Crosetto, ex Fi e tra i fondatori di Fratelli d’Italia, ora imprenditore e apparentemente, solo apparentemente, fuori dalla politica, ma che è un consigliere molto ascoltato e apprezzato.
Per evitare note stonate, poi, la leader di FdI ha imposto ai suoi di non rispondere alle provocazioni ed alle accuse che vengono dal campo avverso. La linea la detta lei e a questa bisogna attenersi.
Appena pronto il programma elettorale (sembra questione di giorni) questo deve essere divulgato e spiegato. Dalla sinistra affermano che a destra non c’é un ceto politico all’altezza di guidare una nazione importante come l’Italia. Giorgia Meloni è convinta del contrario e non vede l’ora di dimostrarlo portando alla vittoria lo schieramento di centrodestra. E tira dritto per la sua strada.