Al taglio del nastro di Piazza Pia, all’inaugurazione dell’enorme spazio pedonale, 7 mila metri quadrati, che va da Castel Sant’Angelo fino alla Basilica di San Pietro, passando per via della Conciliazione, la premier Giorgia Meloni ha evocato il ‘’miracolo’’, che ha permesso alle istituzioni di fare squadra nonostante idee politiche diverse. ‘’Se oggi siamo in grado di inaugurare quest’opera – ha sottolineato – lo si deve anche al metodo: le cose in Italia si possono fare bene e velocemente, e la pubblica amministrazione può stupire quando vuole’’.
Infatti per velocizzare l’esecuzione delle opere per migliorare l’accoglienza della Capitale ai milioni di pellegrini che la invaderanno, il governo ha nominato il sindaco Roberto Gualtieri commissario ad hoc e predisposto un ‘’tavolo’’ con la presenza di esponenti del Vaticano, del governo e del comune. In effetti una scelta che, nonostante ancora qualche ritardo, ha dato dei risultati, a partire da ‘’Piazza Pia’’, terminata in soli 450 giorni e diventata simbolo di questo Giubileo.
Ma quello che ormai passa come ‘’il metodo Roma’’ non si può limitare all’Anno Santo, ma dovrebbe essere la partenza per un programma di rilancio della Capitale, rispetto al quale le opere giubilari devono rappresentare solo l’inizio. Invece qualche settimana fa Roma ha dovuto incassare un taglio di fondi per nuove infrastrutture. E nella prossima legge di bilancio sono previste risorse finanziarie solo per ultimare la linea C della Metro.
Così sarebbe davvero un ‘’miracolo’’ se il Governo decidesse di sostenere la Capitale considerandola non un corpo estemporaneo o persino estraneo, ma come il biglietto da visita del Paese, al pari di altri Stati. Contribuendo con il Comune a identificare i migliori progetti e a mettere a disposizione le risorse necessarie per interventi a medio termine sul futuro della città, del suo centro e delle periferie.
Se il Giubileo è stato un banco di prova positivo, non c’è ragione che la leader Meloni, non prosegua questa esperienza anche oltre all’Anno Santo, impegnando il Governo a sostenere non tanto la sistemazione dell’esistente, come si è fatto per il Giubileo, ma soprattutto la crescita e lo sviluppo della Capitale.