Lazio/economia: Bankitalia, sempre più dipendente da costruzioni e turismo

Rallenta il mercato immobiliare e l’industria del credito. Nota dolente anche la capacità di spesa pubblica. Prospettive legate all’accelerazione dei progetti Pnrr

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Luci e ombre per l’economia del Lazio osservando la foto scattata dalla Banca d’Italia nel consueto rapporto annuale. Il prodotto interno lordo è aumentato in linea con quello nazionale, così come l’occupazione. Gli elementi di forza dell’economia laziale si confermano le costruzioni e il turismo mentre segnali di rallentamento arrivano dall’industria in senso stretto, dagli investimenti, dal mercato immobiliare e dal credito. Altro elemento parzialmente negativo la capacità di spesa pubblica per gli investimenti e in particolare il Pnrr.

Costruzioni, grazie agli incentivi per la riqualificazione immobiliare, e turismo sono dunque i comparti che hanno permesso al Lazio di archiviare un 2022 con il Pil in crescita del 3,7% anche se il secondo semestre ha mostrato un andamento meno sostenuto che è proseguito anche all’inizio dell’anno in corso a causa dell’inflazione. Tuttavia l’andamento dei prezzi al consumo nel Lazio è più contenuto rispetto alla media nazionale.

 

Le costruzioni, grazie ai bonus, registrano un incremento del 10 per cento superiore alla media nazionale

Le costruzioni meritano un approfondimento. Il valore aggiunto ha registrato un incremento superiore al 10%, meglio della media nazionale, il numero di imprese è salito del 19% e le ore lavorate del 36%. Una performance molto positiva nonostante la flessione del giro d’affari nel segmento delle opere pubbliche. I bonus all’edilizia sono stati il motore della crescita e Bankitalia ha calcolato che gli interventi hanno superato i 4,2 miliardi soltanto per il Superbonus, rappresentando il 9,1% del totale nazionale. Il depotenziamento del 110% (ridotto al 90% e senza più l’opzione della cessione del credito) si è riflesso sul valore. Nei primi quattro mesi dell’anno in corso gli investimenti ammessi alla detrazione ammontano a 834 milioni, principalmente sui condomini. E’ ipotizzabile che in tutto il 2023 il valore degli investimenti risulterà circa la metà dell’anno scorso.

 

Le amministrazioni locali hanno stipulato contratti relativi al Pnrr per circa un quarto degli importi complessivi

In aumento il numero di bandi per opere pubbliche, +46%, in larga parte legati al Pnrr. L’incremento tuttavia non deve trarre in inganno, in quanto il Lazio mostra una bassa capacità di spendere i soldi. Secondo le elaborazioni di Bankitalia tra gennaio 2021 e aprile scorso le amministrazioni locali hanno stipulato contratti relativi al Pnrr per circa un quarto degli importi complessivi che dovranno porre a gara. Si tratta di risorse rilevanti dal momento che al Lazio è stato assegnato il 9% del totale di 230 miliardi di euro. Per poter impegnare tutte le risorse disponibili, l’amministrazione regionale e i comuni del lazio dovrebbero aumentare la capacità di spesa tra l’87% e il 116% a seconda dell’anno considerato.

Altra indicazione parzialmente negativa, nel Lazio le compravendite di abitazioni sono aumentate soltanto del 2,4%, una performance ben inferiore a quella nazionale e del centro Italia. Lo scarto è ancora più ampio nel settore non residenziale con una crescita nel Lazio del 2,3% mentre la media nazionale mostra un balzo del 16%.

 

Farmaceutica e chimica trainano l’export in crescita del 12%, ma inferiore alla media nazionale del 20%

Sul fronte dell’industria in senso stretto la frenata è vistosa. In particolare l’export del Lazio ha continuato a crescere ma a un ritmo del 12,7% rispetto al 20% dell’Italia. Inoltre quasi la metà dell’incremento è stata trainata dai settori della farmaceutica e della chimica. Un campanello d’allarme è anche il tasso di natalità delle imprese. Il saldo tra nuove attivazioni e cessazioni è sceso al 2%. Rallenta la nascita di nuove imprese mentre aumenta la mortalità.

Altro indicatore negativo riguarda il flusso di investimenti da e per l’estero. In particolare gli investimenti dall’estero sono stati negativi per 2,6 miliardi di euro mentre lo stock verso l’estero ha raggiunto gli 82 miliardi per effetto della presenza nel Lazio di grandi multinazionali.

L’andamento nel complesso positivo dell’economia ha favorito la crescita occupazione che è tornata ai livelli pre-covid, quindi in linea con la media italiana riducendo anche il numero di famiglie senza occupati dal 10% all’8,7%, percentuale comunque superiore rispetto al centro Italia.

 

Aumentano le famiglie in povertà assoluta. I cittadini laziali più tassati d’Italia e con meno servizi. 

Bankitalia inoltre stima un aumento delle famiglie in povertà assoluta, che erano il 6% nel 2021 (7,5% il dato nazionale) a causa dell’inflazione e dei forti rincari dei beni energetici.

Infine i conti pubblici mostrano un’altra debolezza, cittadini più tassati rispetto alla media nazionale mentre i disavanzi delle amministrazioni pubbliche sono superiori. Le entrate tributarie pro-capite nel Lazio sono superiori per tutti i tributi rispetto alla media nazionale: +46% addizionale regionale, +31% addizionale comunale e +36% per l’Imu. Di contro il disavanzo della Regione Lazio è pari a 1.455 euro pro-capite contro la media italiana di 480 euro. Lo stock complessivo di debito regionale nel Lazio sfiora i 3mila euro per ogni cittadino, oltre il doppio della media nazionale.

E’ evidente che le prospettive economiche a medio termine del Lazio sono strettamente legate alla capacità di una decisa accelerazione della realizzazione delle opere previste nel Pnrr, in particolare sulla transizione energetica. Ma è altrettanto necessario che gli enti locali, soprattutto la Regione e Roma Capitale realizzino un cambio di passo sulle finanze pubbliche. I cittadini della regione sono tra i più tassati d’Italia ma non primeggiano per servizi ricevuti.

 

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