Omeopatia e erboristeria la grande confusione

Medicina ufficiale, erboristeria e omeopatia: sapere qualcosa in più per capire e scegliere coscientemente la giusta cura sempre con un medico vicino

pillole colorate

L’ultimo crudele episodio di Francesco, bimbo di pochi anni, morto per un’otite “curata” con pratiche contrarie alla medicina ufficiale, oltre a ferirci profondamente riporta alla ribalta la querelle sulle “medicine alternative”. Senza scendere nello specifico e alzare i toni della vicenda cerchiamo unicamente di chiarire un malinteso che spesso ci vede direttamente coinvolti
C’è chi difende l’OMEOPATIA a spada tratta e c’è chi la definisce “acqua fresca”. Con l’aggiunta di un po’ di zucchero. Non prendiamo le parti di nessuna tesi ma ci piace scavare e saperne qualcosa di più. Prima di tutto è doveroso fare un distinguo che non sempre è chiaro al consumatore. La differenza sostanziale fra prodotto ERBORISTICO e prodotto OMEOPATICO.
Il prodotto Erboristico contiene estratti di un principio attivo, concentrato e raffinato in quantità ponderale, quindi facilmente misurabile e rilevabile. Questo fa si che se ne possa regolare il dosaggio e la quantità da somministrare (es. digitale, o la cannabis per la terapia del dolore). Di conseguenza la risposta è reale, testabile ed evidente. La terapia erboristica funziona secondo la logica della medicina tradizionale. Ad un determinato dosaggio si ha una determinata risposta.
L’Erborista (quello vero) ha conseguito UNA LAUREA in Tecniche Erboristice o una laurea specialistica in Farmacia o Agraria.
L’Erborista (quello vero) è in grado di preparare delle miscele curative/cosmetiche a seconda delle necessità. Non è come Mago Merlino alle prese con pentoloni ribollenti ma, nel suo laboratorio, ha a disposizione strumenti e apparecchi sofisticati. Senza contare che esistono ditte estremamente specializzate da anni in prodotti naturali e presenti in una buona farmacia. Non prendiamoli come rimedi fai da te perchè lo ripetiamo contengono principi naturali MA ATTIVI.   Tant’è che alcune preparazioni ayurvediche (tanto di moda!) non possono essere importate in Italia perchè paragonabili al farmaco.
Il prodotto Omeopatico contiene un elemento chimico/vegetale/animale dosato su base centesimale. Attraverso processi di dinamizzazione ripetute centinaia e migliaia di volte si arriva alla miscela finita. Ma cos’è la dinamizzazione? Sostanzialmente è la diluizione in acqua (con relativo scuotimento) replicata per n successioni fino a lasciare una “memoria” dell’elemento base nella soluzione di acqua e zucchero. Come dire che su un granello dello zucchero contenuto nella bottiglietta resta il ricordo del processo svolto. In queste preparazioni non è misurabile in nessun modo la quantità di sostanza originaria. Anche perchè spesso le diluizioni sono così numerose da aver cancellato la materia iniziale. Va ricordato anche che in queste confezioni non esiste il “bugiardino” così come non sono riportate indicazioni terapeutiche e che la dicitura legale “coadiuvante” dovrebbe essere stampata in modo molto chiaro. Per l’omeopatia non esiste corso di laurea ne’ è presente un tale esame in Farmacia ne’ i “corsi” danno diritto ai crediti. Sono stati fatti, chiaramente, degli studi clinici (seguendo indicazioni ufficiali) sugli effetti delle preparazioni omeopatiche. Ma non hanno dato riscontri.

Per ora si può dedurre questo: la medicina ufficiale è risolutiva per tantissime condizioni, ma, d’altro canto può dare (in rari casi) degli effetti collaterali indesiderati. L’omeopatia potrebbe svolgere (in alcuni casi) un effetto placebo senza riservare manifestazioni negative ma, se sostuita in patologie serie alla medicina tradizionale/ufficiale può costituire un’ostacolo e un pericolo per la guarigione (e la vita) del paziente.

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