Macabro ritrovamento ieri sera ai Parioli. Verso le 20, in viale Maresciallo Pilsudski di fronte al Galoppatoio nel quartiere Parioli a Roma, all’interno di un cassonetto per l’immondizia, sono state rinvenute due gambe, apparentemente di donna, tagliate all’altezza dell’inguine. L’orrenda scoperta è stata fatta casualmente da una donna che stava rovistando tra i rifiuti. Altri resti del corpo di una donna, probabilmente la stessa, sono stati rinvenuti in cassonetti in via Guido Reni, vicino al reparto volanti. Si tratterebbe secondo prime informazioni dell’intero busto con le braccia e la testa. A un primo esame visivo sembrerebbe una donna adulta.
E’ quanto comunica in una nota la Polizia di Stato. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Scientifica per i rilievi di competenza dopo la segnalazione. Un vero e proprio ‘giallo di Ferragosto’. Le indagini per l’identificazione della vittima sono in corso (clicca qui per leggere come si sono concluse) ma si tratta di una operazione particolarmente impegnativa mancando la parte superiore del corpo e quindi la possibilità di disporre di impronte digitali e del calco dentario della vittima.
Gli agenti stanno vagliando le denunce delle persone scomparse e stanno visionando le telecamere di zona che potrebbero aver inquadrato chi le ha gettate all’interno. In particolare, la telecamera di un esercizio commerciale avrebbe ripreso un uomo mentre gettava qualcosa nel cassonetto tra la notte del 14 ed il 15 agosto dopo essersi avvicinato in auto. L’uomo è stato già rintracciato ed ora è sotto interrogatorio in Questura. Si tratterebbe del fratello 60enne della vittima e stando a fonti vicino agli inquirenti avrebbe già confessato. Sulla vicenda sono in corso indagini della squadra mobile di Roma diretta da Luigi Silipo. La procura ha aperto un’indagine per omicidio.
Da una prima ricostruzione le gambe sarebbero state tagliate a colpi d’ascia o con una sega.
L’episodio fa tornare in mente il caso del 2011, mai risolto, del busto di donna ritrovato al Divino Amore. Un caso mai risolto. Ma non l’unico. Nell’agosto del 2015, fu trovata un’altra gamba tagliata di netto, sotto il ginocchio che affiorò dal fiume Aniene sempre a Roma. Sul polpaccio c’erano un paio di tatuaggi: «S.S. Lazio» e «Oggi è un bel giorno per morire». Tracce che portarono, dopo un paio di giorni, all’identificazione dell’arto. Dalle indagini, venne fuori una storia di regolamento di conti collegato al mondo dello spaccio e della droga nella malavita di San Basilio, in cui Gabriele Di Ponto, ultrà della Lazio con precedenti per rapina, ebbe la peggio. Non fu mai ritrovato il resto del corpo