Pnrr/Comuni: allarme da Roma a Milano, gli investimenti in grave ritardo

La tempistica prevede nei primi anni di attuazione degli interventi soprattutto adempimenti normativi, amministrativi e burocratici. Emerge la scarsa efficienza sul piano tecnico degli Enti locali.

La manovra dall’intonazione chiaramente elettorale approvata dal Governo trascura una serie di allarmi sulle tempistiche del Pnrr e dei programmi collegati. Il ministro Fitto, che guida la cabina di regia sul piano, minimizza e sottolinea che l’Italia ha incassato 83 miliardi con la terza rata, dunque oltre un terzo delle risorse complessive, e a breve arriverà l’approvazione della quarta, una volta terminato il confronto con le istituzioni europee sulle modifiche introdotte in agosto.

Il programma tuttavia procede a rilento in molte realtà, in particolare nelle grandi città dove il comune non è l’unico titolare degli investimenti e quindi si sommano le difficoltà di raccordo tra le varie amministrazioni coinvolte. Roma non fa eccezione anche se il sindaco Gualtieri manifesta ottimismo in ogni occasione e annuncia che sull’edilizia scolastica gli interventi del Pnrr saranno completati in anticipo sulle scadenze.

Ance Roma-Acer e albergatori denunciano carenze uffici tecnici  ritardo bandi

Ma dal presidente di Ance Roma-Acer arriva l’allarme sulla carenza degli uffici tecnici del comune a causa della mancanza di personale che rappresenta il punto cruciale per passare alla fase esecutiva dei progetti. Altro preoccupato allarme è stato lanciato dagli albergatori romani per i gravi ritardi del bando per la riqualificazione delle strutture.

Senza contare gli interventi previsti per il Giubileo, Roma è la città con il maggior numero di interventi finanziati dal Pnrr, ben 8.861, oltre 2.300 in più rispetto a Milano. Le risorse totali sfiorano i 9 miliardi di cui 2,2 miliardi gestiti direttamente dal comune.

Tra gli investimenti avviati sono 21 quelli con importo superiore a 100 milioni di euro e dal monitoraggio di quest’ultimi la realtà alimenta più di una preoccupazione. Il progetto più rilevante il potenziamento delle prestazioni per l’assistenza domiciliare per prendere in carico fino al 10% della popolazione over 65. Si tratta di un progetto da oltre mezzo miliardo di euro in fase di esecuzione ma ad oggi la realizzazione è al 48% rispetto 68% previsto nella tabella di marcia.

Il programma più costoso di competenza del Comune di Roma è l’acquisto di 411 bus elettrici entro il 2026 per 230 milioni. Ad oggi la realizzazione del programma è appena al 12,5% rispetto al 50% previsto. Anche la tranvia di via Palmiro Togliatti marcia come una lumaca. L’investimento da 184 milioni ha raggiunto solo il 10% rispetto al 62%. Performance migliore per la sistemazione del Peschiera da 248 milioni gestita da Acea con uno stato di avanzamento al 37% rispetto al 50% indicato nel timing.

Non è ancora partito l’investimento di Rete Ferroviaria italiana da 235 milioni di euro per l’ammodernamento tecnologico del nodo ferroviario di Roma. In forte ritardo la nuova linea della tranvia Termini-Vaticano-Aurelio che è impantanata al 12,5% dell’esecuzione rispetto al 67% previsto.

A Milano i progetti per edilizia scolastica e sociale accusano ritardi significativi

A titolo di confronto l’efficiente Milano non mostra performance migliori della capitale. La città del sindaco Sala ha puntato in prevalenza su progetti per l’edilizia scolastica e sulla missione dedicata alla povertà e all’edilizia sociale. I 10 progetti principali in termini di risorse (tra 17 e 24 milioni) accusano tutti ritardi significativi, con percentuali di esecuzione intorno al 20% rispetto al 55% previsto. Situazione analoga a Napoli con i tre principali progetti (144 milioni per bus elettrici, un nuovo ecoquartiere per 84 milioni e 67 milioni per la linea 1 della metro) mostrano uno stato di avanzamento al 12% rispetto al 55% previsto.

Sembra quasi paradossale ma la macchina del Pnrr ha ridotto la velocità. Il motivo è che la tempistica prevede nei primi anni di attuazione degli interventi soltanto adempimenti normativi, amministrativi e burocratici. Sono le scadenze più semplici da completare. Dalla fine del 2022 invece i target riguardano specialmente la spesa effettiva delle risorse, quindi lavori concreti, opere e cantieri, che sono gli obiettivi più complicati da raggiungere.

Gli interventi di integrazione a carico dello Stato su base regionale già assegnati sono ancora la metà

Se il Pnrr frena il Piano complementare procede a passo di lumaca. Il Pnc ha una dotazione di 30 miliardi di euro e riguarda solo risorse dello Stato Italiano (di tutti i contribuenti) per integrare una serie di interventi previsti nel Pnrr. La partenza era stata promettente con il raggiungimento del 100% dei target previsti nel 2021 e nei primi due trimestri dell’anno successivo. Poi la brusca frenata. Nell’ultimo trimestre dell’anno scorso gli interventi completati nei termini stabiliti sono stati solo il 19% e nel 2023 la situazione è ulteriormente peggiorata. Nel terzo trimestre concluso a settembre non è stato conseguito nemmeno uno degli adempimenti previsti.

Su 30 miliardi totali, le risorse assegnate sono poco più della metà, prevalentemente su base regionale. Campania al primo posto con 1,8 miliardi, poi Lazio con 1,5 miliardi e Abruzzo con 1,3. Le risorse spese sono più che marginali. Forse andrebbe avviata una seria riflessione sull’efficienza delle regioni, altro che autonomia differenziata.

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