Vietato sentirsi male nel mese di agosto perché i medici sono in ferie. Sembrerebbe questo il leitmotiv dell’estate romana.
Dal Pertini al San Camillo passando per l’ospedale Sant’Andrea, a nord della Capitale, la situazione è infatti fuori controllo.
È Il Messaggero a raccogliere le testimonianze di pazienti e familiari, esasperati dalle lunghe attese al pronto soccorso. E il paradosso, raccontano, è che il primario è in ferie con la conseguenza che le emergenze sono gestite da infermieri e tirocinanti e le file dalle guardie giurate. È l’8 agosto, uno dei giorni con maggior affluenza, e trovare un posto letto sembra impossibile. Il direttore del reparto, il dottor Enrico Ferri, è in vacanza ma, contattato dal quotidiano romano, assicura che a gestire il reparto ha lasciato il suo vice, la dottoressa Giovanna Morante. I pazienti del pronto soccorso e i familiari dicono però di non averla vista.
Se ciò non bastasse, il caos dell’ospedale Sant’Andrea crea una spirale che ha conseguenze ben più gravi. Non essendoci più posti nel reparto, vengono utilizzate le baralle delle ambulanze che quindi non possono partire per soccorrere altre persone. La conseguenza di questo disordine è che alcuni familiari preferiscono riportare i propri cari a casa tanto, dicono, “peggio di così non può stare”.
Ora si cerca di limitare i disagi, dopo i servizi giornalistici che hanno messo in luce il caos di questi giorni, tra Sant’Andrea e le altre strutture del Lazio. Un effetto c’è stato: da ieri il numero di accessi nei pronto soccorso romani viene tenuto costantemente sotto controllo. L’obiettivo è mettere in campo delle contromisure ogni qualvolta uno degli ospedali vada in sofferenza, aumentino attese e pazienti sulle barelle perché non c’è posto in reparto. Questo è stato deciso nel corso di un vertice con direttori sanitari e medici dei pronto soccorso. L’obiettivo è liberare più rapidamente i letti per evitare che troppi pazienti restino sulle barelle perchè non c’è posto in reparto