Roma: una governance efficiente la prima sfida di Gualtieri

Deve smentire che la Capitale sia una città ingovernabile come avviene da un decennio. Da gestire investimenti per oltre un miliardo di euro. Una lotta contro il tempo.

Il neo sindaco di Roma Roberto Gualtieri è chiamato ad affrontare una serie di sfide molto impegnative. Trasporti e rifiuti sono le priorità come è emerso anche nella campagna elettorale ma, forse, la sfida più importante è spazzare via un marchio negativo che caratterizza la capitale da quasi un decennio: Roma è una città ingovernabile.

Dotare Roma di una governance efficiente, rimettere in moto la macchina amministrativa sono la condizione preliminare per poter avviare il processo di modernizzazione della città. La capitale deve affrontare un trittico che può rappresentare una svolta storica: Recovery Plan, Giubileo e candidatura per Expo 2030. Il problema non sono le risorse ma tutt’altro.

Negli ultimi 15 anni la capitale è entrata in un circolo vizioso di bassa spesa per investimenti: da oltre un miliardo l’anno a una media di 300 milioni degli ultimi 5 anni con il record negativo del 2018 con circa 200 milioni che ha fatto lievitare i fondi non spesi a oltre un miliardo di euro. Roma investe come Firenze e un quarto di Milano.

Solo per il Pnrr sarà richiesta una capacità di attuazione e realizzazione senza precedenti. Gualtieri ha già annunciato che costituirà una struttura tecnica dedicata sullo stile della cabina di regia a livello nazionale insediata presso la presidenza del consiglio.

Per gli enti locali sono a disposizione ben 65 miliardi di euro, quasi un terzo dell’intero Recovery Plan che sarà anche un misuratore dell’efficienza degli enti locali. Roma come istituzione è assolutamente valorizzata dal piano. Intanto è l’unico ente territoriale che beneficia di risorse dedicate già indicate nel piano, 800 milioni di euro tra Roma Caput Mundi per la valorizzazione turistica e 300 milioni per Cinecittà.

Non solo, Roma Capitale è stata inserita tra i protagonisti del Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale insieme ad esponenti delle forze sociali, dell’Università e della ricerca. L’inserimento di Roma Capitale è stata la grande novità introdotta nel corso dell’iter parlamentare del decreto sulla governance del Pnrr. La funzione del Tavolo è consultiva e può segnalare alla cabina di regia ogni profilo considerato rilevante per la realizzazione del Piano, anche per favorire il superamento di ostacoli normativi e procedurali.

Il presidente del consiglio e il governo confermano dunque l’attenzione per la capitale nella consapevolezza che il rilancio di Roma può fare da volano al Paese. Come segnali concreti l’aumento delle risorse con la prossima legge di bilancio per il Giubileo 2025 e la candidatura per l’expo 2030 che secondo uno studio realizzato dall’Università Luiss potrebbe mobilitare circa 45 miliardi di euro di investimenti privati nell’arco dei prossimi 20 anni.

Dopo 5 anni di clima teso, la nuova amministrazione e la Regione Lazio dovrebbero avviare un rapporto collaborativo e sinergico a partire dal tema rifiuti. E’ auspicabile la condivisione su alcune scelte di investimento che riguardano le risorse del Recovery Plan per trasporti, Giubileo, turismo e innovazione.

In quest’ottica il piano regionale ha una logica coerente con il Pnrr. La Regione ha già presentato 41 progetti su tre linee strategiche per un totale di oltre 17 miliardi di investimenti. In particolare 350 milioni per creare a Tor Vergata il primo distretto dell’Open Innovation d’Italia e un miliardo di euro per realizzare il Politecnico del Lazio. Il raccordo e la condivisione con il Comune di Roma avrebbe senza dubbio un effetto positivo.

Anche sullo spinoso capitolo trasporti e infrastrutture la sinergia dovrebbe essere il nuovo riferimento tra comune e regione. Una forma di integrazione, almeno operativa, tra Atac e Cotral ampliata anche al trasporto su ferro è una strada obbligata. Sulla mobilità gli investimenti in infrastrutture sono cruciali ma spesso si dimentica che un servizio efficiente richiede un’offerta di servizi adeguata. Su questo punto il confronto con Milano è impietoso e conferma che rilanciare l’Atac attraverso una procedura di liquidazione (questo è il concordato preventivo) è un’idea tra il naif e il folklore. A Roma l’offerta di trasporto pubblico staziona da 7 anni intorno ai 650mila posti/Km mentre a Milano supera 1,6 milioni. Nella capitale la densità di fermate di autobus, filobus e tram è di 6,6 per Km quadrato, a Milano è di 20,9. A Roma l’attesa media è di 16 minuti contro i 9 di Milano. I passeggeri del trasporto pubblico locale sono oltre 560 milioni l’anno a Milano contro i 318 milioni a Roma che solo nel 2008 sfiorava i 600 milioni in dodici mesi.

Il rilancio e la modernizzazione della capitale spesso limitano l’analisi e il confronto sulla quantità di risorse pubbliche ignorando il notevole contributo del capitale privato. Per Giubileo e in previsione Expo 2030, gli aeroporti di Roma hanno in cantiere investimenti di quasi 10 miliardi di euro. I grandi fondi internazionali considerano Roma tra le migliori opportunità per investimenti di riqualificazione e rigenerazione urbana. La capitale offre infatti tempi di rientro dell’investimento decisamente più brevi rispetto a Parigi, Londra e anche Berlino.

Soldi e opportunità non mancano, forse la vera risorsa scarsa è il tempo.

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