Sanità, sit in al San Camillo: tagliare sprechi, non prestazioni

Sciopero della sanità pubblica indetto da numerose sigle sindacali

Una mobilitazione generale per rivendicare la dignità della professione contro i tagli al Servizio Sanitario Nazionale.

A nulla è servita l’indizione di un concorso straordinario riservato per il 50% ai precari, contenuto nel pacchetto approvato – ieri sera – dalla Commissione Bilancio nel quadro della Legge di Stabilità. Pediatri, medici della mutua, dirigenti ospedalieri hanno intenzione di andare sino in fondo in uno sciopero che – dal lato governativo – si è tentato di scongiurare sino all’ultimo. I numeri della mobilitazione sono impressionanti: 200mila medici coinvolti, due milioni di visite e 40mila interventi chirurgici rimandati. Un duro colpo nei confronti delle prestazioni già programmate che non avrà effetto sulle emergenze sanitarie. Questa mattina gli operatori sanitari di Roma e provincia si sono ritrovati al San Camillo insieme alle sigle sindacali d’appartenenza per sottolineare “la disattenzione del governo ai problemi della sanità”. Tra la curiosità dei passanti e il passaggio fragoroso delle ambulanze, sono stati una cinquantina i camici bianchi che, tra slogan e bandiere, hanno colorato l’entrata di Circonvallazione Gianicolense. Sotto l’hashtag striscioni e bandiere sindacali hanno fatto da sfondo alla protesta sul modo in cui è stata programmata l’assistenza ospedaliera, “con un taglio alle prestazioni e non agli sprechi” ha dichiarato ai cronisti un rappresentante della FIMMG.

Presente anche Stefano Fassina, leader della neo formazione politica Sinistra Italiana, idealmente vicino alle istanze degli scioperanti (gds)

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