Non usa mezzi termini don Ugo Quinzi, presidente di Tutrap, tutela utenti mezzi puibblici, che intervistato da Corriere della Sera, vede nel quotidiano caos dei trasporti, ingigantito giovedì scorso dallo sciopero per il tragico incidente al deposito Atac, un rischio di definitivo collasso nei giorni del Giubileo. ‘’Si prevedono 35 milioni di pellegrini, ma se si fermano 3 o 4 notti – rileva – le presenze saranno tre o quattro volte tanto. E se si spostano più volte al giorno satureranno i trasporti, già oggi al limite’’.
Giovedì scorso residenti e turisti che hanno dovuto spostarsi nella Capitale hanno vissuto una delle giornate più drammatiche, che non dimenticheranno facilmente. Migliaia di persone sono rimaste bloccate ore ed ore alle fermate per bus e tram, alla stazione Termini le file di passeggeri in attesa di taxi erano interminabili, mentre chi ha provato a chiamare l’auto bianca ai centralini o attraverso le app, ha dovuto desistere in mancanza di risposte o per l’assenza di autopubbliche disponibili. I media il giorno dopo hanno ampiamente documentato il pressoché totale blocco della mobilità nella Capitale.
Eppure la situazione dei disagi arrecati dai trasporti pubblici della Capitale, taxi compresi, meriterebbe di essere ogni giorno documentata con grande evidenza. I guasti della metro non si contano, i ritardi degli autobus dovuti agli ingorghi del trafficosono una costante, le file di passeggeri alle fermate dei taxi, e non solo a Termini, sono sempre più lunghe, come pressoché impossibile è diventato trovare un taxi nelle cosiddette ore di punta, al mattino presto e alla sera, all’ora di cena.
Ma di fronte all’escalation di blocco della mobilità che si abbatte sui turisti, per qualche giorno, e sui romani, ormai sempre, il Campidoglio si limita ad informare la cittadinanza con apposite campagne pubblicitarie dei lavori infrastrutturali in corso, che porteranno a disporre di un numero maggiore mezzi di trasporto, come le tramvie, dell’apertura di cantieri per migliorare le strade e le stazioni. Anche se è ormai certo che molti lavori e mezzi non saranno finiti e disponibili per il Giubileo, non è comprando nuovi autobus elettrici e rappezzando le strade, che i trasporti pubblici della Capitale potranno migliorare.
Occorrerebbe invece mettere mano a progetti urbanistici avanzati, capaci di gestire l’allocazione delle attività lavorative e le residenze abitative, con una rete di accessi moderna ed efficiente, in grado di disincentivare, se non disabilitare, l’uso dei mezzi privati. Come per le infrastrutture che non si riusciranno a finire in tempo per il Giubileo, per la realizzazione di questi progetti, che limitano l’uso del trasporto privato a favore della migliore mobilità dei mezzi pubblici, occorrono tempi ancora più lunghiMafinalmente si comincerà qualcosa davvero determinante e credibile per sbloccare la mobiltà della capitale.