Varata la manovra con l’ok di Bruxelles, si aspettano gli effetti sulla crescita

Cosa potrebbe esserci dietro l'angolo? Una manovrina correttiva improntata al rigore?

A Bruxelles “abbiamo salvaguardato nostra impostazione di manovra di bilancio e non abbiamo ceduto nei contenuti, certi degli effetti virtuosi che nel medio periodo avrebbe portato la manovra “. Così il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel discorso pronunciato al Senato illustrando l’ultima versione della manovra, quella che ha ricevuto l’ok, sia pure informale, della Commissione europea, scongiurando in tal modo la procedura d’infrazione.

“Il reddito e quota 100 partiranno nei tempi previsti”, ha assicurato il premier, specificando come  “soluzione condivisa sia buona per l’Italia e soddisfacente per la Ue”. Gli effetti della manovra sui conti pubblici, ha precisato, saranno monitorati “in maniera rigorosa”, senza compromettere “il processo riformatore” del governo.
E’ in queste frasi il ‘cuore’ della manovra e delle politiche di governo; un governo che, storia nota, dopo aver fatto la ‘faccia feroce’, con Bruxelles si è dovuto rendere conto di come le prime versioni non fossero sostenibili, arretrando sul 2,04 per cento di deficit.  Ora il punto è proprio in quegli “effetti virtuosi” e nel capire come (e se) si dispiegheranno, per tacere dei tre mesi che hanno fatto impennare lo spread passati a fare braccio di ferro con la Commissione medesima.
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