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Allarme siccità: Anbi, torna la preoccupazione per il lago di Bracciano

Meno 26 centimetri rispetto al 2021, emergenza dorsale Tirreno

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L’emergenza idrica che finora ha riguardato in particolare il nord Italia “si allarga alla dorsale tirrenica”, e “torna la preoccupazione per il lago di Bracciano alle porte di Roma” il cui livello e’ inferiore di 26 centimetri rispetto all’anno scorso. Lo rileva il report settimanale dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche precisando che “in Toscana, sembra inarrestabile un generalizzato calo di portata in tutti i fiumi, mentre in Umbria si registra -70% nelle precipitazioni invernali”. Da inizio anno, le piogge sono state esigue: a Roma, il 91,15% in meno (61,5 millimetri contro 595 nel 2021) ma valori simili si registrano anche sulle altre province (sul viterbese, 44 millimetri in 3 mesi). I fiumi Liri e Sacco rimangono in sofferenza idrica e i flussi nel Tevere sono in linea con i livelli degli inverni piu’ siccitosi. In Campania, informa il report dell’associazione nazionale dei Consorzi per la Gestione e la tutela del territorio e delle Acque irrigue, “e’ soprattutto il bacino del fiume Liri-Garigliano ad essere in crisi”.

Sull’Italia settentrionale, nel periodo settembre 2021-marzo 2022, le piogge sono calate dal 50% al 90%, con un deficit tra i 200 e 400 millimetri, accentuando un andamento “a macchia di leopardo”, spiega il report dell’Osservatorio Anbi; l’aumento medio delle temperature varia in un range fra il grado e mezzo e i 5 gradi centigradi con gravi ripercussioni sugli andamenti colturali e gli ecosistemi.

Fra i grandi laghi, anche il livello del Garda si prepara a scendere sotto media, dove permangono da tempo i principali bacini lacustri settentrionali con Lario e Iseo abbondantemente sotto lo zero idrometrico. In marzo, non e’ finora piovuto sulla Valle d’Aosta, cosi’ come sul Piemonte dove, proseguendo il negativo trend invernale, il deficit pluviometrico e’ indirizzato a toccare -90% con crolli nelle portate di tutti i corsi d’acqua. Ne e’ simbolo massimo il Po, che registra la magra invernale piu’ grave dei recenti 30 anni (fonte: Autorita’ di bacino distrettuale del fiume Po). Analogo andamento si registra in Lombardia, dove le portate dei fiumi Adda e Ticino sono al 25% della media e le riserve nivali risultano inferiori del 13,1% al minimo storico dal 2006. “Gravi preoccupazioni aleggiano anche sulla produzione di energia idroelettrica, penalizzata dalle scarse riserve idriche, accumulate nei bacini montani”, rileva il report.

In Liguria, e’ piovuto solo 5 volte in 3 mesi e la diminuzione degli apporti pluviometrici tocca la cifra record di -83% a Cairo Montenotte, ma anche a Genova il deficit pluviometrico e’ pari a -72% (fonte: Arpal). In Veneto, il livello del fiume Adige e’ mediamente 35 centimetri piu’ basso rispetto al siccitoso 2017; analoga situazione per gli altri corsi d’acqua con l’altezza del Brenta inferiore di 1 metro e mezzo rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso e la Livenza, che si avvicina a -2 metri rispetto al 2021. Da due anni l’Emilia-Romagna soffre un’evidente crisi idrica con le portate di Trebbia, Secchia e Reno, oggi ai minimi dal 1972; fiumi allo stremo significa anche risalita del cuneo salino, che oggi ha gia’ raggiunto i 15 chilometri dalla costa, spiega l’Osservatorio.

La zona piu’ arida resta il Ferrarese. Scendendo verso Sud se, nelle Marche, i fiumi Potenza, Esino, Sentino hanno limitati cali di portata e i livelli negli invasi restano sostanzialmente invariati, in Abruzzo le precipitazioni di febbraio hanno continuato a essere scarse nel Fucino (Avezzano -65,9%, Colle Roio -69,9%), dove si sono registrati anche i maggiori incrementi nelle temperature medie: 2 gradi circa. Resta positiva, infine, la situazione delle disponibilita’ idriche nelle regioni meridionali dove, in una settimana, sono cresciute di 4 milioni di metri cubi in Basilicata e 12 in Puglia. In Sicilia, i bacini, nonostante un inverno secco, trattengono volumi idrici ben superiori alla media del recente decennio per “merito”, pero’, “delle disastrose piogge portate dall’uragano dello scorso autunno”.

Massimo Gargano, direttore generale di Anbi parla di “crisi del sistema idraulico del Paese, evidentemente inadeguato di fronte alla tropicalizzazione del clima e dei suoi eventi atmosferici. Sono urgenti scelte politiche per fondamentali investimenti infrastrutturali sul territorio proprio nel momento, in cui le drammatiche evenienze di questo biennio, come la pandemia e l’attuale crisi bellica, dimostrano l’urgente necessita’ di puntare sull’autosufficienza alimentare ed energetica”.

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