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Caldo anomalo in tutta Italia, un ottobre così non si vedeva dal 1800. Coldiretti, natura in tilt, a rischio i raccolti

Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature, spiega l'associazione degli imprenditori agricoli

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Caldo anomalo in tutta l’Italia con temperature inusuali per ottobre che potrebbero far scattare l’allarme siccità. Secondo Isac Cnr questo autunno si classifica al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800, con una temperatura di settembre superiore di ben 2,17 gradi la media storica del mese (1991-2020).

Un anomalia che non danneggia solo il settore della moda, ma mette a rischio anche i raccolti nelle campagne. A lanciare l’allarme è la Coldiretti, che spiega come sia un problema la mancata caduta delle le foglie dalle piante, che per il caldo non sono entrate nella fase di riposo vegetativo, mentre ancora girano sia mosche sia zanzare e nelle campagne i cicli produttivi sono sconvolti dai raccolti fuori stagione, come ad esempio l’anticipo di broccoli e verze, mentre gli spinaci sono in ritardo.

Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, l’allungamento della fase vegetativa delle piante rischia addirittura – sottolinea la Coldiretti – di far ripartire le fioriture, con il pericolo di esporle ai danni di un prevedibile forte abbassamento delle temperature ma soprattutto di ridurre il potenziale produttivo delle piante. Ma se nelle case le zanzare pungono, nelle campagne gli effetti si fanno sentire anche – precisa la Coldiretti – per i parassiti che sono rimasti attivi con le temperature miti e attaccano più facilmente le colture ancora in campo. Inoltre se l’inverno non dovesse essere sufficientemente freddo, aumenterebbe il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere e si presenterebbero più numerosi e dannosi in primavera.

Ma ad essere sconvolta e anche la stagionalità delle produzioni con la presenza ancora sul mercato – rileva l’associazione di categorie – di prodotti tipicamente estivi come le albicocche, le pesche e le nettarine, le susine, fino alle angurie, ma anche le fragole, nonostante l’atteso arrivo dei prodotti tipicamente autunnali (mele, pere, castagne, kaki, uva da tavola, fichi d’India). E non va meglio per le verdure.

Le condizioni metereologiche quasi estive all’inizio dell’autunno, la cosiddetta ottobrata, non sono – continua la Coldiretti – un fenomeno raro ma quest’anno si inseriscono in un quadro generale che conferma la tendenza al cambiamento climatico che si manifesta con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed stati gelo, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, grandinate e siccità ma anche con l’arrivo di insetti alieni che colpiscono le colture con un danno complessivo nelle campagne stimato in oltre 6 miliardi nel 2023. Il clima pazzo ha infatti provocato quest’anno – conclude – un taglio del 15 per cento del raccolto di riso, del 10 per cento del grano, del 60 per cento le ciliegie e del 63 per cento delle pere mentre il miele è sceso del 70 per cento rispetto allo scorso anno e si registra un calo anche per la vendemmia (-12 per cento).

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