Un focolaio di tubercolosi bovina allarma gli allevatori di Formello, provincia a nord di Roma. La malattia si è presentata già in almeno tre aziende zootecniche ma il numero degli animali contagiati, abbattuti e distrutti, per ora resta limitato. In questi giorni, su disposizione della Asl Roma 4 sarebbero una decina i bovini abbattuti in almeno due delle tre aziende. In un caso sono stati 8 gli animali le cui carcasse sono state smaltite.
L’infezione, è trasmissibile all’uomo, ma a rischio sono anche numerose specie di mammiferi domestici e selvatici tra cui bufali, suini, pecore, capre, cavalli, cani, gatti, conigli, cervi, caprioli, cinghiali, volpi e tassi. Il bovino è la specie maggiormente sensibile ed è considerato il principale serbatoio della malattia. La zona maggiormente attenzionata dalla Asl è quella della valle del Sorbo, e in particolare i terreni dove gli animali pascolano. L’Autorità sanitaria a fine febbraio ha notificato ai titolari delle aziende interessate, la revoca della qualifica di “indenne-sospeso” attribuendo quella di “non indenne con ultimo controllo positivo”. Di conseguenza l’azienda sanitaria ha disposto “l’abbattimento degli animali dichiarati infetti entro il termine di quindici giorni” e il blocco delle movimentazioni dei bovini salvo per l’invio al macello. Cosa che è avvenuta in questi giorni per una decina di capi. Il timore è che la malattia possa propagarsi fino ad assumere le dimensioni di epidemia anche se, al momento, l’eventualità appare remota. “Il Servizio Veterinario della Asl Roma 4 sta monitorando costantemente la situazione con controlli mirati sugli allevamenti”, spiega Pierluigi Ugolini, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Roma 4. “Abbiamo anche attivato la Regione Lazio e l’Osservatorio di epidemiologia per valutare eventuali ulteriori azioni utili”, aggiunge. A Formello il sindaco Gian Filippo Santi si dice vigile ma tranquillo: “Siamo stati informati dalla Asl di casi in tre aziende diverse del territorio – afferma -. L’ultima comunicazione risale al 3 marzo. Devo stare a quello che mi dice la Asl e al momento non c’è alcun tipo di allarme. Se ci fossero comunicazioni diverse allora vedremo. Alla peggio eviteremo che i bovini escano al pascolo”. Al momento, comunque, si continua a sperare e monitorare la situazione oltre che a sottoporre gli animali a esami e cicli di profilassi.