L’aumento vertiginoso del prezzo per la produzione di gas – secondo l’Istat +182,5% tra il 2019 e il 2021 – mette in crisi la transizione ecologica, riportando le aziende che producono energia energetica a servirsi delle più economiche, ma molto più inquinanti, fonti fossili. Lo rileva l’ultimo studio di Nomisma Energia, secondo cui la produzione di elettricità da carbone nei primi nove mesi del 2022 è aumentata dell’82% rispetto allo stesso periodo del 2021, arrivando a 21 terawattora.
“L’aumento della produzione è stato deciso autonomamente dalle aziende elettriche – spiega all’agenzia Ansa il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli -. A questi prezzi dell’elettricità, è troppo conveniente produrre con il carbone. Poi ad agosto il governo ha varato il suo piano di riduzione dei consumi di gas, per riempire gli stoccaggi, che prevede un aumento della produzione a carbone. Ma questa era aumentata già da prima”.
In Italia ci sono sei centrali a carbone ancora funzionanti. Quattro sono dell’Enel, a Fusina (Venezia), Brindisi, Civitavecchia e Portovesme (Carbonia-Iglesias). Una è di A2A a Monfalcone (Gorizia), l’altra di EP Produzione a Fiume Santo (Sassari). A2A gestisce anche una centrale a olio combustibile a San Filippo del Mela (Messina).
Secondo Legambiente, che da anni porta avanti la battaglia della decarbonizzazione, “nessuno studio scientifico potrà mai smentire questa realtà: il carbone è, tra le fonti fossili, quella che per la produzione di energia elettrica emette maggiori emissioni di CO2. Basti dire che nel 2012 a fronte di un contributo pari al 16% della produzione energetica italiana, le centrali a carbone hanno contribuito al 35% alle emissioni di CO2 mentre, ad esempio, le centrali a gas, producendo il 45% dell’energia elettrica hanno contribuito per il 42% alle emissioni”.
L’associazione ambientalista sottolinea come il carbone rappresenti anche una grave minaccia per la salute di tutti. “La combustione – spiega Legambiente – rilascia infatti un cocktail di sostanze dannose (tra cui Arsenico, Cromo, Cadmio, Mercurio, polveri sottili), che coinvolgono un’area molto vasta intorno alle centrali.