Quando arte fiori si sposano, un connubio che in realtà è vivo fin dai primordi delle espressioni artistiche. È comunque è questo il filo rosso della mostra “Flowers. Dal Rinascimento all’intelligenza artificiale”, al via domani 14 febbraio al Chiostro del Bramante dove rimarrà fino al 14 settembre 2025, grazie alla collaborazione di Coldiretti. Ma si tratta anche viaggio tra la fragilità del nostro pianeta, dove il 40% degli insetti impollinatori è a rischio estinzione, e la bellezza e la potenza dei fiori che con il loro linguaggio universale parlano attraversa secoli e culture.
La mostra è stata curata da Franziska Stöhr con Roger Diederen, in collaborazione con Suzanne Landau, e ha l’obiettivo di scandagliare cinque secoli di arte. Dunque non solo dipinti, ma anche sculture, installazioni multimediali per far capire al grande pubblico la forza delle piante e dei fiori, la loro importanza per il nostro Pianeta, ma soprattutto il loro ruolo per arginare il cambiamento climatico e raffreddare le città. Tra le novità c’e una Wunderkammer, una camera delle meraviglie, dove sono in mostra anche meravigliose raccolte di farfalle e di api. Il passaggio tra passato, presente e futuro permea tutto il percorso espositivo: se le opere del Rinascimento dedicate ai fiori sono rappresentate dai grandi mazzi dipinti da Jan Brueghel il Vecchio, la mostra inizia con un’installazione che rappresenta un bosco reale dove il visitatore può immergersi grazie a uno speciale tablet.
Le oltre 90 opere di Flowers provengono da 10 diversi Paesi del mondo: il Chiostro del Bramante ha coinvolto istituzioni prestigiose come il Louvre, il Musée d’Orsay, il Petit Palais, il Musée des Arts Décoratifs di Parigi e i Royal Botanic Gardens, Kew di Londra.
La mostra è anche un momento per fare il punto sullo stato di salute del florovivaismo in Italia. Nel 2023, il valore alla produzione ha raggiunto una cifra record, sfiorando i 3,2 miliardi di euro. A dare un contributo decisivo è stata la crescita dei prezzi (+4,1%), mentre a ben vedere i volumi prodotti sono calati (-3,8%). Incidono però la crescita dei prezzi di produzione e la concorrenza, non sembra leale, dei produttori extraeuropei