Incontrare un’ape in città è sempre più raro. Anche considerando nel numero complessivo le vespe, scrive il Messaggero, che spiega come come distinguere le une dalle altre. L’ape è “pelosa”, color miele, con tre bande scure sull’addome, mentre la vespa è glabra, color giallo acceso e ha un maggior numero di bande.
Le poche api rimaste ronzano guardinghe attorno alle piante spontanee di strade e piazze, come margheritine, tarassici, anemoni, achillee, trifogli e edere, oppure ai rosai, i gelsomini, e gli agrumi coltivati nei giardini e nei parchi cittadini, per poi puntare al centro dei loro fiori come frecce che volano verso un bersaglio. Cercano il nettare, come tutti i ventimila tipi di insetti impollinatori esistenti a cui dobbiamo la fecondazione del 70% delle specie viventi sul pianeta e circa il 35% della produzione globale del cibo che arriva in tavola.
Previsioni allarmistiche parlano della scomparsa delle api fra un centinaio di anni, se non si interviene per tutelarle. Vengono decimate dai prodotti insetticidi dati alle monoculture nei campi, che avvelenano o rendono tossico il nettare, dalla scomparsa di filari di alberi, siepi e prati naturali ai margini delle aree coltivate, dall’inquinamento atmosferico, da un acaro loro parassita (Varroa destructor), e dal cambiamento climatico.
Questi insetti volanti non sono indispensabili soltanto per dare nutrimento all’uomo e agli animali, sostenendo la catena alimentare, ma hanno un ruolo fondamentale anche per mantenere la varietà degli organismi viventi, la ben nota biodiversità animale e vegetale che è alla base del benessere del pianeta.
Che cosa si può fare in città, ognuno nel suo piccolo spazio esterno, per contribuire tutti insieme alla loro salvaguardia? si chiede il quotidiano romano. Destinare qualche vaso o aiuola ai fiori graditi agli insetti impollinatori, come quelli di rosmarino, salvia, lavanda, timo, origano, melissa, menta, erba cipollina e aneto. Anche se fra i loro preferiti pri meggiano quelli di Buddleja e Ajuga. In alternativa, se si ha un prato, si può evitare di sfasciare l’erba del prato nel mese di maggio, per creare uno spazio “be e-friendly” dove api, ma anche altri insetti impollinatori come farfalle, coleotteri e sirfidì, possano beneficiare di una buona riserva alimentare e idrica. Chi desidera fare qualcosa di più può acquistare o ordinare su Internet i “bee hotel”, piccole casette di legno piene di fori e anfratti che accolgano le api solitarie simulando i loro luoghi di nidificazione o svernamento.