I proprietari di casa dovranno tagliare le emissioni delle proprie abitazioni. E dovranno farlo per forza. In parole povere, saranno costretti a ristrutturare.
La decisione, ormai, sembra presa. Il prossimo 24 gennaio, salvo rinvii dell’ultimo minuto, dovrebbe essere approvata dalla Commissione energia del Parlamento europeo per poi essere definitivamente varata dal Parlamento entro il 13 marzo.
A rivelarlo è il Messaggero, che riporta i dettagli della direttiva.
Secondo le indiscrezioni, il testo è ancora oggetto di trattative ma alcuni punti sembrano essere ben definiti.
Tra questi la data entro la quale tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica “E”: il primo gennaio 2030.
Dopo tre anni, questi stessi immobili dovranno arrivare alla classe energetica “D” ed entro il 2050 l’obiettivo è raggiungere le emissioni zero per l’immobile. Date che, rispetto alla prima versione, sono state “ammorbidite”, anche se per gli Stati membri resta l’obbligo di promuovere la ristrutturazione green dell’intero patrimonio edilizio.
Inoltre, un altro passaggio eliminato dalle prime bozze della direttiva era quello sul divieto di vendere o affittare le case prive del “bollino verde” energetico.
Una volta approvata, questa direttiva avrà un impatto molto rilevante per l’Italia. Nel nostro Paese, secondo i dati Enea, circa il 60% delle abitazioni rientra nelle classi energetiche “G” e “F”.
Anche se l’Ue affiderà ai singoli Stati il compito di decidere le sanzioni da applicare, la nuova direttiva avrà comunque un impatto sul valore degli immobili più vecchi. Al momento la bozza prevede alcune esenzioni per diverse tipologie di immobili.
I proprietari di immobili di interesse storico ufficialmente protetti e quelli di case con metratura inferiore a 50 metri quadrati non dovranno obbligatoriamente ristrutturare. Inoltre, anche le chiese, gli edifici di culto e le case abitate per meno di quattro mesi all’anno saranno esentate dall’obbligo.