Consentire ai detenuti di pulire le strade di Roma, anche in funzione di reinserimento sociale. E’ quanto prevede il protocollo d’intesa, sottoscritto tra il ministero della Giustizia e i vertici degli uffici giudiziari di Roma e Ama Spa, per l’attività di messa alla prova di indagati/imputati o condannati anche minorenni, autorizzati dal Giudice penale, in servizi di igiene urbana nella Capitale. L’accordo è stato siglato nella sede del Ministero della Giustizia, alla presenza del ministro Carlo Nordio, dal Capo del Dap Giovanni Russo, dal Capo del Dgmc Antonio Sangermano, dal presidente della Corte di appello Giuseppe Meliadò, dal procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello Giuseppe Amato, dal presidente del Tribunale Lorenzo Pontecorvo, dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale Francesco Lo Voi, dal presidente del Tribunale per i minorenni Lidia Salerno, dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni Giovanna Lebboroni, dal presidente del Tribunale di sorveglianza Marina Finiti, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma Paolo Nesta e dal presidente di Ama Bruno Manzi.
L’intesa si inquadra nell’ambito della normativa vigente riguardante la possibilità di proporre ai soggetti indicati l’espletamento di prestazioni di pubblica utilità, nel rispetto delle specifiche professionalità e attitudini lavorative, viste anche come valido strumento di recupero e inclusione sociale. Con l’accordo sottoscritto, suscettibile di ulteriori integrazioni, la Municipalizzata capitolina per l’Ambiente si impegna a impiegare i soggetti autorizzati allo svolgimento, a titolo gratuito, di attività di raccolta dei rifiuti e di spazzamento stradale presso le sedi di zona territoriali di Ama, fornendoli di tutte le attrezzature e i dispositivi di protezione individuale necessari (divisa, scarpe, guanti, ecc.), nonché attività di presidio e di informazione ai cittadini nei punti di raccolta dell’Azienda. Il ministero della Giustizia, da parte sua, si impegna a fornire al Giudice Penale incaricato tutte le informazioni relative all’andamento dell’attività della messa in prova dei singoli interessati.
“Il recupero di una persona detenuta perché condannata all’esecuzione di una pena o la cui libertà personale sia stata limitata dalla pronuncia di un giudice passa inevitabilmente dal recupero della propria dignità”, ha dichiarato il Capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria – Dap, Giovanni Russo. “E sentirsi utili verso la collettività, poter restituire qualcosa a quella società a cui qualcosa si è tolto, è una leva fortissima per riacquistare fiducia in se stessi e voglia di ritrovare una collocazione nel consesso sociale. Ringrazio Ama per aver abbracciato questo progetto e per aiutare l’Amministrazione Penitenziaria nel mandato di rieducazione e reinserimento che la Costituzione ci assegna”.
“La convenzione firmata stamattina con Ama”, ha sottolineato il responsabile del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità – Dgmc, Antonio Sangermano, “è una straordinaria opportunità per i condannati e per gli ammessi alla messa alla prova per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Un modo per incentivare le misure alternative al carcere, un’ottica nuova di decarcerizzazione in ossequio al principio della pena programma. Un modo moderno e attuale di concepire la responsabilità penale”. Per il presidente di Ama, Bruno Manzi, “abbiamo sposato in pieno lo spirito di questo Protocollo, per il quale ringraziamo il Ministero della Giustizia, che è quello di promuovere percorsi di recupero e reinserimento sociale per imputati, indagati o condannati, attraverso lo svolgimento di prestazioni non retribuite in favore della collettività. In questo caso, i soggetti idonei a partecipare saranno impegnati, a fianco dei nostri operatori, in attività per il decoro di Roma e saranno così anche sensibilizzati verso la tutela dell’ambiente”, ha concluso Manzì.