“Per l’agricoltura e’ allarme rosso, per l’acqua potabile nelle case siamo in una situazione di preallarme. Se non piove a sufficienza, a luglio allora la situazione diventera’ critica anche li'”. Lo spiega Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorita’ di bacino dell’Appennino centrale, in un’intervista al Messaggero parlando dell’allarme siccità.
Il ministro alle politiche agricole Patuanelli dice che e’ inevitabile dichiarare lo stato di crisi per la siccità’. “Stato di crisi significa razionare l’uso dell’acqua, quindi meno pressione al rubinetto, l’utilizzo delle autobotti, l’intervento della protezione civile e la possibilita’ per i sindaci di emettere ordinanze per limitare l’uso dell’acqua – commenta – Ma servirebbe maggiormente uno stato di prevenzione”. “Le regioni del Nord Ovest sono gia’ in sofferenza, e ora anche quelle del Nord Est sono in emergenza. Il Centro e’ in una situazione pre emergenziale, mentre nel Mezzogiorno il problema siccità e’ endemico – prosegue – Significa che il Sud, con alle spalle diverse annate caratterizzate dalla siccità, ha molte zone che vanno verso la desertificazione. Siamo passati da una media di 40 giorni di emergenza all’anno a oltre 150 e questo mette in difficolta’ l’agricoltura. Ci restano 10-15 giorni di riserve d’acqua per irrigare i campi”.
“Faremo un appello al governo perche’ rimoduli il Pnrr. L’acqua non puo’ essere la cenerentola del Piano a cui viene destinato solo il 2%. Va stanziato molto di piu’ per ragionare di nuovi invasi per trattenere l’acqua piovana – conclude – Dobbiamo stoccare l’acqua come si faceva negli anni 70. Oggi abbiamo perso circa il 4% della capacita’ che avevamo allora. Ci vuole il 20% del Pnrr, non basta il 2%”.