Diverse zone paludose interessano ormai circa la metà del fiume. Dai ponti lanciate biciclette, monopattini e rifiuti di ogni genere
Con il livello del Tevere, che si trova a 1,5 metri sotto i livelli d’allarme – e a situazione potrebbe peggiorare – in molte zone affiorano non solo antichi resti, solitamente sommersi, ma anche parti delle fondamenta delle sue banchine, evidenziando l’impressionante diminuzione dell’affuso delle acque. Diverse zone “paludose” interessano già i due terzi della larghezza del fiume. Mentre quà e là incontriamo i cosiddetti ‘’mostri’’, quali biciclette, monopattini elettici e rifiuti vari, lanciati dai ponti da coloro che trovano gratificazione in barbari gesti.
La nostra osservazione si estende da Ponte Milvio a Ponte Marconi. Le zone maggiormente frequentate da romani, turisti e sportivi che approfittano delle rive del Tevere lontane dal costante traffico, oltre i muraglioni. Il fiume non presenta particolari situazioni fino all’altezza del Ponte della Musica, malgrado sia evidente il suo abbassamento. Esso peggiora dal Ponte del Risorgimento in poi, dove si iniziano a vedere chiazze sempre più grandi di acque stagnanti, che trattengono in alcuni punti, tra alghe e piante, un mix di spazzatura che attira diverse specie animali in cerca di cibo. La situazione si aggrava verso Ponte Sant’ Angelo, Ponte Vittorio Emanuele e Ponte Giuseppe Mazzini.
Lo spettacolo più desolante si presenta dalle Parti di Ponte Sisto: una grossa chiazza di liquame verde di spazzatura e sporcizia di diversa natura, con sacchi dell’immondizia arenati ai pilastri del ponte, e corredo di biciclette alternate ad altri ingombranti oggetti sparsi lungo il fiume. Uno scenario sconfortante fa da cornice all’epicentro dell’estate romana: “Lungo il Tevere…Roma”, con bar, ristoranti e spazi espositivi vari.
Un ciclista ai microfoni di radiocolonna.it rileva che «La situazione vegetativa indica vita nel fiume, che lo rende più selvaggio, più naturale in una città caotica come Roma». Peccato che ciò non è del tutto positivo per il fiume, soprattutto per le parti al di fuori dall’ambiente urbano, sia per la flora che per la fauna. «Dato che è in secca, si potrebbero pulire le banchine del Tevere» afferma un passante, proprio nella zona non lontana dal Ponte Giuseppe Mazzini.
Un’altra intervistata lamenta che «Sono venuti fuori dal fiume quelli che sono stati definiti i mostri del Tevere, ovvero l’incoscienza e l’inciviltà delle persone che lo hanno utilizzato come una discarica».