Nel Lazio le due aree che sforano i limiti di inquinamento imposti dall’Unione europea sono Roma e la Valle del Sacco. Lo ha spiegato l’assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patané, intervenendo al consiglio straordinario del Municipio Roma IV sulla Zona a traffico limitato della fascia verde (Ztl verde).
“Nel Lazio i siti” riferibili alle due condanne già comminate all’Italia per lo sforamento dei limiti di inquinamento “sono due: il quadrante della Valle del Sacco e Roma. A Roma il 60 per cento delle cause è legato alla mobilità urbana, mentre nella Valle del Sacco pesa la miriade di microimprese che hanno sforato i livelli di inquinanti, sopratutto nell’ambito della produzione manifatturiera”, ha detto.
“Da gennaio a maggio ci sono stati già 27 giorni in cui abbiamo sforato i limiti, su un totale di 35 giorni l’anno consentiti per lo sforamento”, ha aggiunti l’assessore.
L’Italia è stata già colpita da due sanzioni, a seguito di una procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea, per lo sforamento dei limiti di inquinamento dell’aria, una nel 2018 e una nel 2022. Una terza sentenza, su una procedura d’infrazione, è attesa per il 14 luglio, ha aggiunto Patané.
“Nel 2014 e nel 2015 l’Unione europea ha aperto due procedure di infrazione per sforamento dei limiti di inquinamento contro l’Italia e che hanno portato a due condanne, nel 2018 e nel 2019, per lo sforamento delle polveri sottili e del biossido d’azioto. Il 14 luglio è in discussione una terza procedura d’infrazione e siamo preoccupati – ha detto -. Queste condanne comportano una sanzione amministrativa e pecuniaria che viene comminata al ministero dell’Economia e finanze che si rivale sulle regioni che ospitano i siti che sono stati oggetto dello sforamento: nel Lazio sono Roma e la Valle del Sacco”.