Allarme nel Lazio, torna il morbillo tra gli adulti

I medici: "È meglio vaccinarsi"

Boom di casi di morbillo negli adulti a partire dal mese di dicembre: il Servizio regionale di sorveglianza sulle malattie infettive (Seresmi) lancia l’allarme e la Regione Lazio ha inviato una circolare ben dettagliata a tutti gli operatori sanitari per rinnovare le raccomandazioni di prevenzione e controllo.

Soprattutto l’invito alla vaccinazione rispetto a una delle malattie più contagiose e gravi per conseguenze. Tra dicembre 2023 e il 15 gennaio di quest’anno, scrive la Direzione regionale Salute Sociosanitaria a tutte le Asl e aziende ospedaliere, nonché ai medici di base, «il Seresmi ha registrato 6 casi di morbillo in persone non vaccinate di età compresa tra i 19 e i 42 anni».

I casi, scrive Il Messaggero, sono stati identificati tutti tramite accesso in pronto soccorso anche se negli ultimi giorni altri contagi sono stati segnalati fuori dagli ospedali e in strutture assistenziali.

Dal 2017 il Ministero della Salute ha resodi nuovo obbligatorio nei bambini il vaccino contro il morbillo, raccomandando un “richiamo” anche per i nati dal 2000. Ma, di fatto, quasi tutta la popolazione nata negli anni ‘90 resta scoperta, a meno che non abbia già sviluppato gli anticorpi attraverso la malattia stessa. Le raccomandazioni della Regione sono chiare: «Tenuto conto del possibile verificarsi di eventi epidemici e di focolai (…) è essenziale: isolare i casi durante il periodo infettivo (da 4 giorni prima a 4 giorni dopo la comparsa del rash cutaneo); identificare tempestivamente i contatti e proteggere gli individui suscettibili nella comunità attraverso la vaccinazione»

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