La Svizzera ha previsto un protocollo di accesso alle rianimazioni che escluderebbe gli over 75 se la pressione sulle terapia intensive diventasse insostenibile è quanto sostiene la Stampa (e altri mezzi di informazione).
Gli anziani malati di Covid-19 in Svizzera potrebbero cominciare ad essere lasciati fuori dai reparti di rianimazione.
Assediato dall’emergenza sanitaria il Paese elvetico ha preso la decisione di non accettare alcune categorie di pazienti se la pressione sulle terapie intensive dovesse diventare insostenibile.
Lo stabilisce un documento elaborato dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche e dalla Società Svizzera di Medicina Intensiva già in vigore dal 20 marzo, ma che non è ancora stato applicato.
Covid, in Svizzera rianimazioni negate agli anziani.
Il protocollo redatto dall’istituto, dal titolo “Triage dei trattamenti di medicina intensiva in caso di scarsità di risorse”, individua i criteri secondo i quali un paziente può essere accettato o meno nei reparti di terapia intensiva.
Due i livelli di emergenza previsti. Nella situazione più grave di posti in terapia intensiva al completo, gli over 85 non riceverebbero le cure in rianimazione, così come i malati di “età superiore a 75 anni accompagnata da almeno uno dei seguenti criteri: cirrosi epatica, insufficienza renale cronica stadio III, insufficienza cardiaca di classe NYHA superiore a 1 e sopravvivenza stimata a meno di 24 mesi”.
Nel caso di scenari con risorse limitate ma letti ancora disponibili per i ricoveri, ad essere esclusi sarebbero invece i pazienti con patologie più gravi come ad esempio malattie cardiovascolari: “Arresto cardiocircolatorio ricorrente, malattia oncologica con aspettativa di vita inferiore a 12 mesi, demenza grave, insufficienza cardiaca di classe NYHA IV, malattia degenerativa allo stadio finale” è scritto a pagina 5 del documento.
Con circa 495 casi di coronavirus per 100mila abitanti, la Svizzera ha un tasso di contagi doppio rispetto ai Paesi confinanti come Italia e Austria, cinque volte di più rispetto alla Germania. Fino a lunedì scorso, in Svizzera c’erano 22.301 posti letto, di cui 6.353 ancora liberi. Con 586 pazienti ricoverati per Covid-19, di cui 97 in terapia intensiva e 29 intubati.
Covid, in Svizzera rianimazioni negate agli anziani: la reazione dei medici
La presa di coscienza di dover fare delle scelte ciniche, anche se rievoca scenari da guerra, è una soluzione a tutela dei medici e rianimatori che possono ritrovarsi davanti al caso di dover stabilire quale paziente ha più diritto di essere curato, perché ha più possibilità di sopravvivenza.
Lo sa anche il presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino, Franco Denti: “Quando è uscita questa direttiva siamo saltati sulla sedia – ha detto a La Stampa. Decidere chi rianimare e chi no è pesante, pesantissimo per qualsiasi medico. Ma questo documento, che è pubblico, è a garanzia dei medici e degli stessi pazienti che potrebbero non aver voglia di essere sottoposti a ulteriori cure”.
Facciamo notare che la Confederazione Elvetica ha fatto nei mesi passati una scelta pericolosissima: NO mascherina obbligatoria e adesso paga pegno; quello che noi e il resto del mondo paghiamo da mesi. Orrenda questa rupe Tarpea istituzionalizzata vergognosa e con vaghi sentori di un lontano dejà vu. Eppure sui conti di sti vecchietti, fortemente penalizzati, la Svizzera (paradiso fiscale, si/no) c’hanno campato benissimo e per molti decenni…
La crudeltà non ha bandiera nè lingua. E’ un male assoluto che morde, soprattutto, chi vive di una assurda grandeur.