“La giovane leonessa asiatica Naisha ci ha lasciato, stroncata da un male congenito che non le ha dato scampo e per la cui soluzione erano stati affrontati due delicatissimi interventi di neurochirurgia”. Lo comunica il presidente del Bioparco, il biologo Francesco Petretti.
“Si è trattato di una rara patologia di origine genetica dovuta ad una malformazione alla base del cranio che condiziona la comunicazione fra il cervelletto e il midollo spinale, schiacciandolo, spiega Petretti. Un difetto purtroppo presente fra i leoni asiatici di tutto il mondo, probabilmente associato alla forte consanguineità in questa popolazione, ridotta quasi all’estinzione”.
Seguita giorno dopo giorno dallo staff veterinario e zoologico, si è sperato fino all’ultimo che, con il passare del tempo e con la crescita della scatola cranica, Naisha potesse stare meglio e il rischio diminuisse. Dopo il primo intervento c’era stato un miglioramento e sembrava che la fase critica fosse passata, ma purtroppo non è stato così. Dopo pochi mesi i sintomi si sono ripresentati e, a seguito di risonanza magnetica e tac, è stata effettuata una seconda operazione neurochirurgica, cui è seguita una terapia intensiva per stabilizzarla. Negli ultimi giorni Naisha ha mostrato un netto peggioramento delle condizioni generali e 48 ore fa la situazione è precipitata, nonostante le terapie di sostegno.
In questi mesi il caso della leonessa Naisha, e della sorella gemella Aasha – deceduta a pochi mesi dalla nascita a causa della stessa patologia – è stato al centro di approfonditi consulti a livello internazionale, tanto che è stato creato un gruppo di ricerca tra Israele, Germania, Stati Uniti e Regno Unito, alle prese con la stessa problematica, e le maggiori cliniche veterinarie universitarie italiane. Seppur nello sconforto generale, la morte di queste due leonesse, di cui il Bioparco di Roma ospita la coppia di genitori, Ravi e Sajani, ha contribuito a far progredire le conoscenze su questa rarissima malattia.