Newsweek boccia gli ospedali pubblici del Lazio. La rivista Usa ha stilato una classifica dei 250 “migliori al mondo” – riporta oggi il dorso romano de La Repubblica – forte di un’indagine su 2.300 centri di cura di 28 Paesi, realizzata con Statista, società internazionale di ricerche.
Nella graduatoria generale figura un solo ospedale romano, il policlinico universitario Agostino Gemelli, ma è privato. In altre regioni, invece, di ospedali pubblici nella classifica Newsweek-Statista ce ne sono, eccome. La Lombardia ne annovera quattro (più due privati), l’Emilia Romagna due e altrettanti il Veneto, uno il Piemonte e uno la Toscana. Il resto è terra di nessuno. La stroncatura al Lazio, insomma, è tanto più severa in quanto nelle altre regioni, tra gli ospedali selezionati, primeggiano quelli pubblici.
Non figura, per esempio, scrive Repubblica, tra la nutrita schiera degli ospedali valutati e scelti da Newsweek, il Policlinico Tor Vergata che ospita la facoltà di Medicina nella quale è stato preside l’attuale ministro della Salute, Orazio Schillaci, prima di diventare rettore dell’omonimo ateneo. Escono malconci i centri clinici del Lazio, soprattutto quelli pubblici, dalla classifica mondiale World’s best Hospitals 2023 della rivista americana Newsweek che, con Statista, ha anche diviso per specialità gli ospedali più efficienti del pianeta nella graduatoria World’s best specialized Hospitals, dai 300 per l’Oncologia e per la Cardiologia ai 200 per la Pediatria, dai 150 per la Cardiochirurgia, l’Endocrinologia e perla Neurologia, ai 125 per la Gastroenterologia, l’Ortopedia, la Neurochirurgia, la Pneumologia e l’Urologìa. In totale, undici discipline medico-chirurgiche tra le quali il Lazio, pur sempre Cenerentola, sembra fare almeno capolino con tre ospedali pubblici. Tra i trecento ospedali oncologici scelti non figura, però, l’Istituto dì ricerca e cura Regina Elena che pure, in Italia, è annoverato tra i riferimenti nazionali per il contrasto ai tumori.
Tra le specialità romane – si legge su Repubblica – ecco il Bambino Gesù, primo in Italia per la Pediatria e al dodicesimo posto mondiale. Il Gemelli è in quarta posizione in Italiae in cinquantaquattresima al mondo per la Cardiologia, dove il Campus Biomedico viene tre postazioni dopo in Italia ed è al 139° posto nel mondo. Tra gli ospedali pubblici non depennati, ecco l’Umberto I, con la Neurologia (quinto in Italia e 55° al mondo), il Sant’Andrea, con la Cardiochirurgia (al quarto posto in Italia e al 58° al mondo), il San Camillo, con l’Endocrinologia (settimo in Italia e 103° al mondo) e la Cardiochirurgia (settimo e 105°). Da notare che per l’Endocrinologia, il Gemelli è al secondo posto in Italia e 53° al mondo.
La sanità pubblica del Lazio, dunque, ha poco da gioire anche per le specialità nelle quali gli ospedali pubblici, tranne che per i casi citati del Sant’Andrea, del San Camillo e dell’Umberto I, non sono mai nella top ten per l’Italia né tra i primi cento nel mondo. La Lombardia – continua Repubblica – è segnalata, nelle undici specialità, 34 volte e in 25 casi figura tra le prime cento posizioni. Il Lazio, invece, su 27 volte solo in tredici casi (dieci dei quali assicurati dal Gemelli e dal Bambino Gesù) compare nelle prime cento posizioni. La metodologia adottata da Statista ha fatto perno su misuratori di performances e sulla qualità assistenziale percepita sia dai clinici (che hanno votato per ospedali diversi dal loro) sia dai pazienti (ai quali è stato somministrato un questionario) sìa dalle compagnie di assicurazione (per Paesi come Stati Uniti, Canada, Australia e altri con sistemi basati sulla sanità privata) sia dagli enti mutualistici (per nazioni come la Germania), conclude Repubblica.