Roma: aumentano vespe orientalis, preoccupazione per orti urbani

ma non per salute uomo

1 vespa

A Roma stanno aumentando le vespe orientalis, con possibili rischi per le arnie negli orti urbani, anche se gli esperti concordano sul fatto che la specie non rappresenta un problema per la salute dell’uomo. Oggi durante la commissione capitolina Ambiente, presieduta da Giammarco Palmieri del Partito democratico, si è fatto il punto della situazione sulla presenza dell’insetto sul territorio romano. “Nella rete degli orti urbani capitolini è rimasta in vita solo la popolazione di un’arnia sulle 34 presenti. Abbiamo applicato in tanti orti anche delle trappole ma le vespe sono sempre di più e non sappiamo come risolvere la situazione, c’è davvero molto scoraggiamento”, ha spiegato Andrea Messori del Forum degli Orti urbani di Roma. Secondo il dirigente di ricerca dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Cnr, Emilio Guerrieri, però la vespa orientalis non è quella che rappresenta il maggiore pericolo per le api. “Tutti i calabroni danneggiano le api, ma molto di più la vespa velutina – ha detto l’esperto -. Quella orientalis si nutre più di altre prede, come residui vegetali freschi o carne”, ha detto Guerrieri, interpellato da “Agenzia Nova”.

Nella Capitale esiste una profilassi da seguire in caso di segnalazioni da parte dei cittadini. “Nell’ambito privato, in caso di segnalazioni, è l’amministratore di condominio a chiamare le ditte specializzate, mentre per il pubblico si può intervenire con l’accordo quadro, attivato dal Dipartimento di tutela ambientale, suddiviso in sei lotti. I municipi invece intervengono in caso di segnalazioni da parte delle scuole o in caso di un’emergenza immediata, si possono chiamare i vigili del fuoco”, ha spiegato in commissione la responsabile dell’Ufficio Gestione Specie sinantrope e problematiche del dipartimento Ambiente di Roma, Rita Di Domenicantonio.

La vespa orientalis è autoctona e si riconosce per la sua colorazione rossiccia, con bande di colore giallo. Non va confusa con la vespa crabro, di origine europea o con quella velutina, un calabrone asiatico più grande e pericoloso. Secondo Di Domenicantonio, “le orientalis sono molto più attive rispetto alle altre vespe, perché tramite un pigmento assorbono l’energia solare e la trasformano in energia metabolica. È una specie che non possiamo eradicare, possiamo solo controllarne l’espansione”. Le vespe orientalis sono attratte dal cibo, in particolare dalle crocchette per gli animali, quindi è necessario fare attenzione a non lasciare residui all’aperto nelle ore più calde. “Una volta eliminato il nido all’interno delle cavità degli alberi o nelle fessure degli edifici – ha spiegato Di Domenicantonio -, è necessario chiudere la fessura per far sì che non si riformi”.

Il ciclo di sviluppo della specie è annuale: va da marzo all’autunno, quando muore la regina e poi le operaie. In primavera inizia un nuovo ciclo. La vespa è sempre stata presente nelle regioni del sud Italia, come la Calabria, la Sicilia e la Campania ma l’areale di distribuzione si sta espandendo a seguito delle alte temperature degli ultimi anni. “Questi insetti sociali fanno nidi e costituiscono delle colonie che hanno delle grandezze molto variabili, nelle grandi città come Roma è facile che trovino siti dove potersi riprodurre e quindi diffondere. Negli ultimi anni, questi tipi di insetti si sono spostati soprattutto dalla Sicilia verso il nord”, ha concluso l’esperto del Cnr, Guerrieri. Nel Lazio la specie è molto diffusa a Roma ma non se ne esclude la presenza anche nelle province

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