Sanità: nel Lazio 54 per cento aggressioni tra pronto soccorso e reparti psichiatrici

È quanto emerge dal rapporto sulla condizione del personale del servizio sanitario pubblico del Lazio elaborato da Fp Cgil Roma e Lazio

Nel Lazio il 54 per cento degli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario si è verificato nei Pronto soccorso e all’interno dei reparti psichiatrici. È quanto emerge dal rapporto sulla condizione del personale del servizio sanitario pubblico del Lazio elaborato da Fp Cgil Roma e Lazio, e presentato oggi allo Spazio Pubblico di Porta Maggiore, a Roma. In particolare, il 54 per cento degli episodi di violenza si è verificato in quattro macro ambiti: all’interno dei Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (18 per cento), nei Pronto soccorso (17 per cento), nei reparti di Area medica (10 per cento), e nell’ambito dell’assistenza psichiatrica e delle dipendenze patologiche (9 per cento). Il 78 per cento delle aggressioni nei confronti del personale sanitario, inoltre, ha coinvolto un singolo operatore, mentre hanno riguardato più di un operatore per il 22 per cento del totale. Tra gli operatori coinvolti da atti di violenza, il 55 per cento è di sesso femminile e il 36 per cento di sesso maschile. Nel corso della presentazione è intervenuto, fra gli altri, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Natale Di Cola. “Le lavoratrici e i lavoratori in tanti casi subiscono aggressioni e vessazioni – ha affermato Di Cola -. Quindi noi siamo qui per dire che questi operatori non sono soltanto gli angeli del Covid ma sono quei professionisti che tutti i giorni garantiscono i servizi ai cittadini”.

Nel Lazio “si sono persi tanti operatori e il servizio sanitario regionale è sempre più in difficoltà – ha proseguito il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio -. Grazie all’azione nostra adesso siamo riusciti a stabilizzare il numero del personale ma ancora non si riescono a vedere gli effetti anche degli accordi che abbiamo fatto. L’aumento del numero assoluto dei dipendenti ancora non c’è, così ancora non si vedono gli effetti positivi del Pnrr e dell’investimento sulla sanità del territorio”. Per quanto riguarda le condizioni retributive degli operatori sanitari pubblici, il rapporto evidenzia come nel Lazio la retribuzione complessiva più alta sia quella del personale di vigilanza e ispezione, pari a 35.536 euro annui, considerato un guadagno accessorio di 6.339 euro. La retribuzione complessiva più bassa, invece, è quella dei profili tecnici, pari a 27.106 euro annui, considerato un guadagno accessorio di 4.038 euro.

“Le lavoratrici e i lavoratori del Servizio sanitario regionale (Ssr) sono tra i più poveri in Europa – ha sottolineato Di Cola – e le scelte sbagliate del governo peggiorano questa condizione. Non si riesce a stare nemmeno al passo con l’inflazione”. Inoltre, anche per quanto riguarda la mobilità sanitaria regionale nel Lazio, ovvero lo spostamento dei pazienti da una regione all’altra per ricevere cure, secondo i dati registrati nel 2022 il saldo è negativo ed è pari a 193,4 milioni, una cifra che è in aumento di 53,7 milioni rispetto al 2021. In particolare, i dati sulla mobilità regionale del Lazio – si legge nel documento – ammontano a 403.373.843 euro di crediti, 596.733.182 euro di debiti, con un passivo di 193,4 milioni.

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