Da lunedì 16 settembre riaprono le scuole a Roma e nel Lazio e così inizia la corsa al risparmio su libri e cancelleria. Sono sempre di più le famiglie e gli studenti che con valigie, buste e carrellini per la spesa, passano da una bancarella all’altra alla ricerca dell’offerta migliore. “Fra i miei compagni di classe -, dice una giovane studentessa che frequenta il liceo classico – in pochissimi comprano libri nuovi perché costano tantissimo, possono arrivare anche a 50 euro l’uno”. A confermare questa tendenza è anche il direttore di Libraccio a Roma, su via Nazionale, Stefano Romiti che afferma: “C’è stato un aumento della richiesta di usato, insieme a una lieve maggiorazione del costo dei libri, come succede ogni anno. Quest’anno, c’è stata tanta richiesta, anche da famiglie che vivono ai Castelli Romani”. Da Libraccio, durante il pomeriggio, sono in tanti che si recano per vendere i libri dell’anno precedente o acquistarne di seconda mano. Alla cassa, c’è la fila con il ticket, e ognuno aspetta il proprio turno. “Ho sempre acquistato libri di seconda mano – aggiunge Taqua, che frequenta il quinto anno del liceo scientifico Vittorio Colonna e aspetta il suo turno per comprare i libri di matematica -. In combinazione ai libri già usati uso anche il buono libro del Comune di Roma, ma 150 euro per i libri nuovi non bastano, quindi cerco fra le bancarelle o in qualche negozio”.
Per le famiglie, una delle difficoltà è legata al continuo cambio dei libri scolastici, come spiega Cristiana, madre di tre figli che frequentano il liceo scientifico Magnani mentre cerca i libri da acquistare fra le bancarelle di via Lungotevere Oberdan. “Giovedì ricomincia la scuola e nonostante i miei figli frequentino tutti la stessa sezione dello stesso istituto e intercorrano pochi anni gli uni dagli altri, ogni anno cambiano i libri e bisogna ricomprarne di nuovi, per fortuna ci sono le bancarelle dei libri usati. Risparmiando – sottolinea Cristiana – ho speso circa 600 euro, altrimenti sarebbero stati circa 1.500 euro”, conclude mettendosi in tasca la lista dei libri per il nuovo anno scolastico. Ad acuire il disagio sul caro libri, si aggiunge anche l’impossibilità di rivendere tanti volumi acquistati negli anni precedenti. “Alcuni, non li vendiamo ancora perché non sono stati finiti durante il biennio”, dice Samanta, madre di una studentessa del terzo anno del liceo scienze umane a Prati. “Qui alle bancarelle, c’è un risparmio notevole, ormai è il terzo anno che vengo”, afferma. E anche per Elisa, che frequenta l’Istituto scientifico Nomentano, è lo stesso: “Ogni anno devo comprare i libri nuovi ma non posso vendere i libri degli anni precedenti, perché di solito non riusciamo a finire il programma, nel frattempo diventano vecchie edizioni e non si riescono a vendere più”, e si allontana fra le bancarelle con la busta piena.