Scuola: allarme presidi del Lazio, boom di docenti malati e mancano i supplenti

La situazione è grave, sono molti i ragazzi che hanno preso l'infezione, soprattutto i più piccoli.  e stanno aumentando le classi in quarantena

I dirigenti scolastici avevano anticipato che la ripresa delle lezioni dalla pausa natalizia, in piena quarta ondata Covid, sarebbe stata complicata. E così è stato: il virus dilaga tra gli alunni, tra i più piccoli soprattutto perché il percorso vaccinale è a metà strada. Lo rileva ‘’Il Messaggero’’ che riferisce l’allarme dei presidi.

Dunque nelle scuole le classi ¡n presenza diminuiscono giorno dopo giorno. Mentre per i presidi prosegue la corsa a gestire le aule divise tra Didattica a distanza e Didattica digitale integrata.

Ieri un nuovo allarme lanciato da Mario Rusconi, presidente di Assopresidi: “La situazione è grave, sono molti i ragazzi che hanno preso l’infezione e stanno aumentando le classi in quarantena. Il rischio è che la scuola sia presa solo dall’emergenza sanitaria e tralasci l’emergenza formativa. La scuola deve formare dei ragazzi strutturati e invece al momento presidi, insegnanti e segreterie sono tutti presi dalla gestione della pandemia”.

Un percorso a ostacoli per dirigenti scolastici garantire la presenza dei docenti in classe. Anche quella delle cattedre scoperte è un’emergenza scattata lo scorso 10 gennaio, al rientro dalla pausa invernale. Secondo la stima, nelle ultime due settimane la media dei prof che è bloccato a casa dal virus è di 15 per istituto. Con i supplenti che non si trovano. In questo caso però, il problema è burocratico e legato alle norme sanitarie. L’esenzione per malattia scatta infatti solo a tampone eseguito. Dall’inizio della positività dunque, il docente deve rinnovarlo ogni cinque – sette giorni fino a quando non si negativizza.

Ma senza la certezza di una sostituzione più a lungo termine, i po- chi supplenti rimasti non accettano: “Non siamo nelle condizioni di comunicare la durata reale dell’incarico – spiega a ‘Il Messaggero’ Valeria Sentili, vice presidente di Assopresidi- perché neanche i prof sanno quando potranno rientrare, con questo sistema reclutare il personale è molto complicato”.

Un caos dunque perché le cattedre restano scoperte: almeno cinque per ogni istituto. In alcuni casi sono i colleghi non in malattia a sostituire. In altri, sono stati chiamati giovani laureandi. Infine l’ultima carta giocata dai presidi: richiamare – ma solo su base volontaria e senza retribuzione – gli insegnati in pensione. Mentre ad allungare la lista dei docenti assenti ci sono anche quelli che, nonostante l’obbligo, ancora non si sono vaccinati e quindi sono stati sospesi. E chi invece, sebbene guarito dal virus, sta ritardando il rientro.

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